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i torinesi alle esequie
11 Febbraio 2024 - 10:17
Sono circa 500 in piazza San Giovanni: oltre quelle transenne, mezzo migliaio di torinesi si sono armati di ombrello e pazienza e hanno presenziato alle esequie di Vittorio Emanuele. Pochini, considerando che all’interno del Duomo, dove i posti erano rigorosamente riservati, hanno preso parte alla cerimonia religiosa in 400: inoltre, a giudicare dalle disposizioni di sicurezza attuate da polizia e vigili urbani, che hanno chiuso al traffico molte ore prima la zona, è realmente probabile che ci si aspettasse una presenza di cittadini dieci volte superiore.
Ma nonostante la pioggia, e i soliti curiosi c’erano alcuni che non potevano assolutamente mancare: come Ia signora Ida. «Era l’erede di una grande famiglia che oggi ringraziamo per l’unità d’Italia». In tanti citano la Sindone, che era arrivata a Torino da Chambery proprio per volere dei Savoia: altri ancora parlano dei bellissimi edifici, un tempo loro residenze ed oggi musei. «Luoghi che portano turismo ed economia alla città». E infatti, spicca l’assenza del primo cittadino, il sindaco Stefano Lo Russo, che non ha potuto presenziare all’ultimo saluto del “Re senza corona” a causa di altri impegni istituzionali presi in precedenza. Assente anche il presidente della Regione, Alberto Cirio.
«È una vergogna, di fronte alla morte di chi è memoria storica di questa città» sentenziano alcuni cittadini che non perdonano alle istituzioni l’aver mancato l’appuntamento. In ogni caso, chi c’è confida ai cronisti pensieri gentili su Vittorio Emanuele definendolo “vittima della guerra e dell’invidia di troppa gente, marito fedele e padre affettuoso»
E a proposito di famiglia, c’è stupore fra la folla quando un signore cerca di farsi spazio e oltrepassare quel limite che divide la gente comune dalla nobiltà: «Io sono un principe e sono un loro parente, ma non mi fanno passare!» sbotta Vincenzo Aragona, in una mano una busta bianca con un biglietto di condoglianze e nell’altra un ombrello.
Chi è riuscita a far entrare in chiesa una lettera è invece Federica: «A loro dobbiamo praticamente tutto. Superga, monumenti e l storia di Torino. E lui meritava i funerali in Duomo, senza alcun dubbio» dice la signora riferendosi alla polemica che è scaturita dopo la scelta del luogo predestinato all’ultimo saluto. Infine, con la pioggia che sbiadisce qualche cartello realizzato a mano con foto ritagliate dai giornali, il funerale in Duomo finisce e la piazza si svuota in silenzio.
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