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Cosche e appalti, parla Fantini: «Non sapevo che fossero mafiosi». E il pm chiede i domiciliari per Sasà Gallo

L’ex ad di Sitalfa è stato interrogato poco fa. Il suo legale: «È sereno perché sa di non aver fatto nulla di quanto gli viene contestato»

La Direzione distrettuale antimafia di Torino ha presentato un ricorso contro il diniego opposto dal giudice agli arresti domiciliari per Salvatore Gallo, 83 anni, ex manager di Sitaf indagato un filone di Echidna, l'inchiesta dei carabinieri del Ros contro le infiltrazioni della 'ndrangheta in Piemonte.

Gallo non è chiamato in causa per vicende di criminalità organizzata: a suo carico si ipotizzano il peculato, la corruzione elettorale e l'estorsione. Gli atti dell'indagine si soffermano su episodi in cui Gallo dispensa o promette favori in cambio di voti per alcuni candidati del Pd alle elezioni amministrative del 2021. Ora dovrà pronunciarsi il Tribunale del Riesame. 

Nell'ambito dell'inchiesta, intanto, oggi si sono svolti gli interrogatori di garanzia di chi è finito in carcere o ai domiciliari: otto persone in tutto, cui si aggiunge il pugile Luca Michael Pasqua. Che non è stato arrestato perché si trovava negli Stati Uniti al momento dell'esecuzione delle misure.

I due presunti boss della "locale di Brandizzo", Giuseppe Pasqua e Domenico Claudio Pasqua, sono stati sentiti stamattina dal giudice in carcere, dove si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Invece Roberto Fantini è uscito dai domiciliari, è salito a bordo di un'auto dei carabinieri e si è presentato in tribunale per difendersi dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa: secondo la procura, era lui a consentire alle aziende della "locale" di lavorare con la società di famiglia e con la Sitalfa, partecipata della Sitaf, concessionaria dell'autostrada Torino-Bardonecchia: «Il mio assistito ci ha tenuto a chiarire subito la sua posizione in merito alle accuse, che secondo noi sono infondate, molto deboli e legate a fatti indietro nel tempo - riporta l'avvocato del manager, Roberto Capra - Il suo operato in Sitalfa è sempre stato corretto e ci ha tenuto a chiarirlo oggi, dando i primi riferimenti». Fantini si dice sereno perché convinto di non aver fatto nulla di quanto contestato: «Lui assolutamente non sapeva che quelle persone potessero essere legate alla 'ndrangheta. Anzi, ha avuto normalissimi rapporti di lavoro con una società che era regolarmente iscritta nella "white list" della prefettura di Torino. Quindi poteva lavorare regolarmente».

Il riferimento è alla Autotrasporti Claudio dei Pasqua: subito dopo avere ricevuto un'interdittiva antimafia, infatti, la ditta fece ricorso alla particolare procedura che permette, con la supervisione di un commissario nominato dal tribunale, di continuare l'attività. Lo stesso tribunale, poi, revocò il commissario e nel febbraio del 2023 reintegrò l'azienda a pieno titolo fra quelle pulite.

Fantini aveva anche stretti rapporti con Gallo, con cui condivide l'accusa di peculato: «Non siamo chiamati a difenderci su queste contestazioni - taglia corto il legale - Il mio cliente conosceva Gallo, che è stato il presidente Sitalfa. Ma la questione finisce lì».

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