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L'evento
28 Giugno 2024 - 14:00
Il Castello di Lucento ospita la penultima tappa di Ammira Festival, alla sua seconda edizione. Una serie di eventi promossa dalla Fondazione Aief, impegnata dal 2021 nella tutela dei diritti di bambini, adolescenti, e delle loro famiglie. “Let’s beat”, un omaggio ai Beatles, l’evento di ieri sera: una cena musicale a sfondo sociale, che corona le cinque settimane di spettacoli, presentazioni letterarie, eventi culturali e di educazione civica che hanno coinvolto oltre mille bambini tra Lucento e Mirafiori.
«Sono stati più di quaranta gli eventi organizzati con le associazioni di quartiere, raddoppiate rispetto alla prima edizione», ha raccontato Tommaso Varaldo, cofondatore di Aief, insieme ad Eugenio Bolley, l’artista che ha donato gran parte delle sue opere alla causa sposata con la Fondazione.
Il Crt - Fondazione Sviluppo e Crescita - il principale sostenitore del festival, la cui vision è «lavorare in rete con il territorio, per riattivare le periferie della nostra città», spiega Varaldo. Questa l’idea che ha ispirato la trasformazione di Aief, da associazione a fondazione, a partire dal novembre del 2021.
Oggi l’obiettivo della Fondazione è quello di essere determinante sul tessuto sociale e territoriale, con una presenza continua: «l’impegno di Aief perdura tutto l’anno, oltre il festival, nelle sue sedi di via Farinelli 36 - a Mirafiori - con uno sportello che sostiene le famiglie fragili, e nella sede di via Pianezza 123, dov’è ubicato il Castello di Lucento, che oggi è anche presidio museale delle opere di Bolley. Ma non solo, Lucento è sempre attiva con la caffetteria sociale e le sue iniziative», ci tiene ancora a precisare Varaldo.
Il castello, una struttura di più di 1300 metri quadrati, si estende su tre piani in cui si possono ammirare le opere di Bolley, ma anche mostre olfattive e tattili. Tra un piano e l’altro, invece, viene descritta in pillole la storia del castello, fondato nel 1363 e divenuto residenza sabauda due secoli dopo. E’ stato aperto al pubblico dopo circa due anni e mezzo di ristrutturazione a cura della Fondazione. L'ambizione, così, è oggi proprio quella di farne un punto di riferimento per le realtà associative della città, dal centro alla periferia, nessuno escluso.
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