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POLITICA

Askatasuna, bagarre in Sala Rossa: l'assalto al sindaco. Lo Russo: "Io non sono il questore"

Nasi e parrucche da pagliacci, fischi e urla al primo cittadino

Un pomeriggio di tensione ha animato la Sala Rossa di Torino, durante il consiglio comunale di ieri. Al centro delle polemiche, ancora una volta, il sindaco Stefano Lo Russo, accusato dal centrodestra di aver preso una posizione troppo favorevole nei confronti degli occupanti del centro sociale Askatasuna.
Il punto di rottura è arrivato durante un intervento del primo cittadino, che ha definito “storico” il sopralluogo al centro sociale del 27 febbraio scorso. Un’espressione che ha immediatamente scatenato la rabbia dei rappresentanti dell’opposizione, che hanno reagito con veemenza, ritenendo quell’evento una provocazione. La loro indignazione è derivata dal fatto che, durante la visita, i politici di centrodestra si sono visti costretti a percorrere una passerella cosparsa di fotografie di politici travestiti da clown, un atto che per loro è stato un chiaro atto di disprezzo.

In segno di protesta, i membri del centrodestra presenti in aula hanno indossato nasi da pagliaccio e hanno urlato “vergogna” nei confronti di Lo Russo e della maggioranza comunale. Secondo l’opposizione, la giunta di centrosinistra sarebbe connivente con gli occupanti del centro sociale, un’accusa che ha infiammato ulteriormente il dibattito. Intanto, l’assessore Maurizio Marrone ha annunciato che è pronto a impugnare davanti al Tar la delibera comunale che sancisce il patto di collaborazione per la legalizzazione di Askatasuna, ribadendo la contrarietà del suo partito all’operato del sindaco. Durissime le parole rivolte dall’opposizione al primo cittadino: «Il sindaco parla di un fatto storico riferendosi a un sopralluogo, in un posto occupato, da parte delle istituzioni. Un fatto storico? Dovrebbe essere la civiltà» tuona Fabrizio Ricca. L’esponente del Carroccio annuncia inoltre che fino allo sgombero del centro sociale chiederà ai ministri di tagliare qualsiasi fondo economico non indispensabile, per essere certo che nessun euro vada a foraggiare Askatasuna.

Enzo Liardo, consigliere di Fratelli d’Italia, si rivolge a Lo Russo definendolo «pavido e ipocrita». Il meloniano Ferrante De Benedictis: «Avete dichiarato che era vuoto: le figuracce sono arrivate anche in televisione. Vi state comportando come gli “utili idioti”». Pierlucio Firrao, consigliere di Torino Bellissima, dichiara di essersi sentito «minacciato e costretto: inoltre dentro c'erano chiari segni di abitazione. Addirittura cibo nel frigo». il consigliere Pino Iannò, di Torino Libero Pensiero, sottolinea come «l’assessore Jacopo Rosatelli sghignazzava durante il sopralluogo». I Cinque Stelle sottolineano come il dibattito sia polarizzato da mesi su Aska, Sara Diena di Sinistra Ecologista accusa il centro destra di «creare una narrativa di odio e discriminazione». E dopo tante interruzioni della seduta, finalmente Lo Russo riesce a replicare: «Ho un passato da arbitro calcistico, non mi lascio provocare. In questo paese esistono delle regole, non sono il questore: non spetta a me lo sgombero. Un'eventuale persecuzione per reati deve essere opera della Procura, non del sindaco».

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