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Il caso

«Non toccateci la Spina», i residenti protestano per la variante della linea 12

La proposta è stata fatta dal Comune perché mancano 53 milioni per il progetto. Ma la variante ha destato preoccupazioni: si risparmierebbero 8 milioni, minando però l'integrità della Spina Reale, su cui finirebbero per un tratto i binari

"Ieri sono venuti a fare i rilievi. Ma come si fa a rovinare una passeggiata così?”. Questa domanda retorica Beppe Ceste, un residente di circa settant’anni di Madonna di Campagna, la fa guardando la sua Spina Reale. L’asse ciclopedonale che si sviluppa lungo tutto l’ex sedime ferroviario della Torino-Ceres, dismessa da tempo. Simbolo della ricucitura di una frattura urbana, perché la vecchia ferrovia ha per decenni diviso fisicamente e socialmente la città in due.
Proprio sulla Spina oggi Beppe si ritrova con un paio di amici per le chiacchiere da bar del sabato mattina. Ma quando si parla del progetto si fa subito serio.
La pace delle passeggiate in bici dei piccoli, ma anche le corse degli sportivi, e le chiacchierate da bar dei residenti che vi si ritrovano abitualmente, rischiano di essere, infatti, sconvolte dall’annuncio fatto qualche giorno fa in commissione consiliare. Il progetto della linea 12, così com’è, non ce lo possiamo più permettere. Era stata la sostanza dell’incontro tra Circoscrizione 5 e Comune.

Il progetto
Il progetto della nuova metropolitana leggera - con termine dicembre 2030 -, nasceva con l’idea di collegare i quartieri della periferia nord-ovest della città, con l’asse ospedaliero delle Molinette e del Mauriziano, sfruttando parte della vecchia Torino–Ceres e il trincerone di via Saint Bon. Circa 5,5km, con 14 fermate (5 in superficie, 3 in trincea, 5 in galleria e 1 speciale). E un conto di più di 221 milioni assegnati dal MiT nel 2023.

La variante
Martedì scorso però, l’amara scoperta. A causa dei rincari, il conto diventa di quasi 275 milioni. Difetto che ha motivato la proposta di variante. Eliminare un chilometro di galleria sotterranea, prevedendo una rampa in salita che faccia “sbucare” la metro, in via Cesalpina, altezza piazza Vetta d’Italia: nel cuore della Spina Reale. Passando - e riqualificando - la stazione di Madonna di Campagna, e risparmiando circa 8 milioni.

I dissapori
Un’assurdità per residenti ed enti territoriali, che non hanno ingoiato il rospo e che già si stanno mobilitando con un incontro pubblico giovedì prossimo, alle 20.00. Presso la sede dell'Associazione Imprese e Territorio, Galleria Spina, di via Cesalpino 11/A. Categorica anche la risposta della Circoscrizione 5: "Sono favorevole al progetto iniziale, non alla variante. Trovatene una che non vada a snaturare l’area pedonale", dichiara infatti il presidente della Alfredo Correnti.

Sulla stessa linea il suo vice, Antonio Cuzzilla, che questa mattina ha incontrato i residenti visto da vicino la loro contrarietà: "Parliamo di un’area recentemente riqualificata, che non può e non deve essere smantellata. Ritengo che esistano alternative meno impattanti, come il recupero del vecchio tracciato su via Stradella, salendo da stazione Dora; oppure l’utilizzo completo del tunnel fino alla stazione di Madonna di Campagna, sfruttando tram bidirezionali e riqualificando la stessa stazione come moderno terminal bus. Il progetto originario del tunnel - sottolinea inoltre Cuzzilla -, presenta criticità rilevanti: non solo per i costi aumentati in modo considerevole, ma la lunghezza stessa del tunnel (oltre 2 km) implica complessità tecniche e requisiti di sicurezza aggiuntivi (come la presenza molto probabilmente di una centrale operativa, quindi spesa corrente, personale). Fondamentale un confronto serio e trasparente con i cittadini, come emerso in commissione dallo stesso coordinatore alla viabilità della circoscrizione 5 Bruno Francavilla, per valutare soluzioni alternative impattanti".

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