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Il caso
02 Agosto 2025 - 12:12
“Siamo qui a chiedere che Cirio ci metta la faccia”, è il climax di una giornata poco ordinaria di Consiglio regionale. Convocato nel primo sabato di agosto dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. Ed è tutta la maggioranza a chiedere un confronto con un Cirio che non c'è (se non ne contiamo la sua versione cartonata). A queste parole, infatti, pronunciate dalla capogruppo M5S Sarah Disabato si leva uno striscione che recita: "Cirio alza ancora le tasse" (anche se non farlo era tra i suoi slogan elettorali).
L'oggetto del contendere è lo stesso che ha portato giorni fa alla maratona notturna in commissione Bilancio inondata di emendamenti (1200 da parte dell'opposizione, di cui alcuni anche di merito): l'aumento dell'addizionale regionale Irpef. Un aumento che colpisce i lavoratori del ceto medio (i redditi dai 15mila ai 50mila euro, per un range che andrà dai 33 ai 106 euro) e che da ieri pomeriggio è approdato in Consiglio.
“Non siamo contro le tasse, ma sono tante le misure alternative. Basta pensare che il gettito da bollo auto (ma evaso) vale 320 milioni di euro, più del doppio della manovra”, spiega il consigliere regionale Domenico Rossi (PD).
"Lasciate indisturbati i colossi dell'economia digitale, dell'estrazione e della logistica", accusa ancora Rossi.
“Una scorrettezza anche dire che nel 2028 si ripianerà l'aumento - aggiunge il consigliere Daniele Valle (PD). - E poi nel 2028 non saremo qui, e questo è un impegno che stiamo prendendo per qualcun altro”.
L'assessore al Bilancio Andrea Tronzano (l'unico della giunta presente, a parte il collega Enrico Bussalino, assessore alle Infrastrutture, per il momento fa spallucce (figurate), senza replicare sul tema.
Mentre il presidente della Regione Alberto Cirio, impegnato in parallelo nella presentazione del Piano sulla qualità dell'aria, che impedirà il blocco della circolazione degli Euro 5 in Piemonte, decide di non replicare.
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