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Politiche sociali

ll voucher Vesta ora punta al raddoppio, Marrone si difende: «Procedure corrette, calunnia chi dice il contrario»

L’iniziativa era stata contestata nei giorni scorsi dall’opposizione regionale che la dice “iniqua”

Atterra fiducioso da Bruxelles: «Massima disponibilità a darci luce verde». L’assessore alle Politiche sociali in Regione Piemonte Maurizio Marrone, appena giunto da Caselle nella serata di giovedì, dopo l’incontro con i vertici della Commissione europea insieme al governatore Alberto Cirio, conferma i toni positivi degli ultimi giorni, nonostante le tante ombre apparse sul bonus Vesta.
La “luce verde”, sarebbe il sostanziale placet da parte della Commissione europea a un raddoppio del voucher istituito dalla Regione per supportare le famiglie residenti in Piemonte con figli di età compresa tra 0 e 6 anni, per un ammontare che va dagli 800 ai 1.200 euro. Ma che avrebbe lasciato a bocca asciutta circa 35mila famiglie, delle totali 45mila aventi diritto stimate.


Nei giorni scorsi, infatti, le polemiche erano arrivate a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale. Con le opposizioni che avevano tacciato la misura di essere una «lotteria», discriminando le famiglie che non essendo dotate di un’adeguata connessione internet, anche se bisognose, non avrebbero potuto fruire del bonus. A queste si erano aggiunte le accuse della capogruppo di Avs Alice Ravinale, che aveva messo in dubbio la correttezza della procedura, perché ci sarebbe stato chi aveva potuto accedere prima alla piattaforma. Parole gravi che hanno spinto Marrone a paventare la querela. «Csi Piemonte, che ha gestito la procedura per la Regione Piemonte ha chiarito che chi, in modo fraudolento, ha spostato le lancette del proprio Pc per accedere prioritariamente alla piattaforma, non è stato avvantaggiato perché messo in una sala d’aspetto senza vantaggio rispetto agli altri. Una calunnia che mette in ombra la grande professionalità e correttezza dell’ente», replica Marrone, rispedendo le accuse al mittente. «Vesta è stato un grande successo - continua - è qualcosa che prima non esisteva e che ha consentito di distribuire 10 milioni tra le famiglie bisognose».
Un successo che per questo, a polemica ancora caldissima e forse per stroncarne ulteriori, per Cirio, era necessario trovare il modo di rafforzare.
«Alla Commissione europea, in particolare alla sezione Politiche per l’inclusione sociale (guidata da Adelina Dos Res, ndr), abbiamo chiesto una riprogrammazione di fondi all’interno dell’Fse (il Fondo sociale europeo, ndr), che non avevano una ripartizione», spiega.

La riprogrammazione di fondi non ancora indirizzati, così, consentirebbe il raddoppio dei finanziamenti, che passerebbero da 10 a 20 milioni per i prossimi due anni. Permettendo di raggiungere il doppio delle famiglie (idealmente 20mila, invece di 10mila). Un raddoppio già annunciato nei giorni scorsi, «perché noi manteniamo le nostre promesse», chiosa.

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