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Alta tensione a Torino
04 Ottobre 2025 - 20:27
Sampietrini e transenne lanciate agli agenti della polizia in tenuta antisommossa, con lacrimogeni che fino all’una circa di venerdì notte hanno tenuto ostaggio via Po e piazza Castello. Questi gli episodi che rappresentano l’epilogo dello sciopero generale Pro Pal e che lasciano il centro di sasso.
A poche ore dal suo atterraggio da Osaka (Giappone), dove si è tenuto l’Expo 2025, così, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, reduce da una riunione urgente del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, ha tenuto a fornire qualche spiegazione, insieme all’assessore comunale alla Sicurezza Marco Porcedda. Dopo una lunga, ma doverosa, premessa di ringraziamento per «le decine di migliaia di persone che hanno manifestato pacificamente. E sottolineo: pacificamente», dice. «Da anni non si vedeva a Torino una mobilitazione così ampia, ordinata, composta, capace di riunire intorno a una questione politica una partecipazione trasversale. Una bella giornata di democrazia, nel pieno rispetto delle regole e dei diritti costituzionali», ha affermato.
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C'è chi mi chiama "Il Direttore Tatuato". Inchiostro sulla pelle e inchiostro di giornale, elettronico per il Web. Per raccontare i tatuaggi, i segni visibili e le cicatrici nascoste di Torino, attraverso la cronaca, l'economia, la politica. Seguitemi, ne parleremo insieme
Lo strumento violenti
Ma il clima si è incrinato nelle ore successive, quando una frangia violenta, composta da alcune centinaia di antagonisti, ha portato scontri e devastazioni: da Porta Susa, alle Ogr, l’assalto alla sede di Leonardo, infine Piazza Castello. Ragion per cui non può che esserci una condanna netta e senza appello di ciò che è avvenuto. «Ma parliamo di azioni violente, organizzate, estranee tanto ai manifestanti pacifici quanto alla causa palestinese. Una regia estremista - spiega Lo Russo - che va chiaramente isolata e stigmatizzata da tutte le forze politiche».
Aska dietro le Ogr?
Una replica piccata del primo cittadino arriva poi nei confronti dell’assessore regionale alla Casa Maurizio Marrone sul centro sociale Askatasuna, per Marrone artefice del «saccheggio delle Ogr», di giovedì scorso. «La regia dei disordini non è dentro l’immobile di corso Regina Margherita, che è già stato restituito al Comune. Non è l’edificio che partecipa ai cortei, ma le persone. Recuperare uno spazio non basta per disinnescare un fenomeno così articolato. Sarebbe utile contare fino a tre prima di parlare. Auspico che gli esponenti politici siano capaci di distinguere le frange antagoniste - meno dell’1% dei presenti - da tutto il resto del corteo. Assimilarle tutte è un errore grave, un atto di disonestà intellettuale». Un attacco rispetto a cui Marrone ha prontamente risposto: «Non è un caso che Askatasuna, sentendo copertura politica e impunità, abbia aumentato la violenza politica in questi ultimi due anni, risparmiando casualmente solo il centrosinistra dalle sue aggressioni», dice.
Gestione del traffico
C’è chi ha parlato, poi, di totale assenza di vigili a partire dalle 21 di venerdì sera. Sul punto il sindaco chiarisce subito: «I vigili urbani non erano il problema. Quello che è successo ieri non riguardava la circolazione: si è trattato di ordine pubblico. Il traffico - per quanto importante - è stato un effetto collaterale, secondario. Come polizia municipale diamo il massimo contributo possibile, ma è bene ricordare che la gestione dell’ordine pubblico spetta al Questore, che ha la responsabilità di definire il numero di agenti in campo e i dispositivi da attivare». Infine sull’organizzazione del corteo previsto per il prossimo 7 ottobre aggiunge: «Come Cosp stiamo lavorando perché tutto si svolga nel migliore dei modi».
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