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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA

Tommaso Varaldo: «Periferie in declino? Noi privati investiamo. La politica ci aiuti a proseguire»

Il presidente di Aief, capofila del restyling del Punto 13 di Mirafiori: «Senza progetti seri i quartieri difficili non rinascono»

Più di 500 famiglie in difficoltà seguite tra Torino e provincia con la Fondazione Aief. Tanti soldi investiti per rilanciare il quartiere Mirafiori con un progetto ambizioso in un centro commerciale, il Punto 13, prima fatiscente e che ora vedrà il suo clou con un festival. E la politica, portata avanti fin dall’adolescenza. Tommaso Varaldo ha solo 26 anni ma di progetti per Torino, finora, ne ha realizzati molti. E altri ancora ne ha in cantiere.

Varaldo, martedì a Mirafiori inizia un grande festival. Ma lei è partito da un centro commerciale che cadeva a pezzi. Si ricorda il suo primo giorno al Punto 13 di via Farinelli?
«Ricordo benissimo, era il 2020, prima del Covid. Le condizioni della struttura erano terrificanti, il posto metteva paura. Negozi quasi tutti chiusi, non c’erano le luci. Aspettavamo un’agenzia per vedere un locale dove aprire la nostra sede e dissi ai colleghi della fondazione: “Andiamo via, per favore”. Poi abbiamo cambiato idea e siamo entrati a vedere il posto. Da lì è iniziato tutto».

In via Farinelli i negozi erano quasi spariti e il cornicione era pericolante. Oggi ci sono attività ed eventi. Quanti soldi avete investito?
«Tutti fondi privati. 500mila euro per rilevare i negozi e rifare le parti esterne. Altrettanti sono stati spesi dai negozi che hanno aperto. Aief ha messo le sue risorse e coinvolto investitori come ad esempio Borello».

E’ stato difficile riqualificare partendo da zero?
«Difficilissimo. Al Punto 13 di Mirafiori era tutto fermo da vent’anni, nessuno aveva più fatto lavori. A livello burocratico non c’era una cosa che fosse a posto e i proprietari dei negozi avevano cause che sono tuttora in corso. Per dire, c’era un solo medico presente nello studio del centro, e se ne voleva andare. Ora ce l’abbiamo fatta ma sa qual è la cosa buffa?».

Quale?
«C'è difficoltà a far comprendere ai cittadini che questo è un progetto realizzato con risorse private ed è appena stato avviato con l’inaugurazione alla quale hanno partecipato il sindaco Lo Russo e il presidente della regione Cirio. Fondazione Aief in via Farinelli non ha finito, perché l’inaugurazione non è stato il punto finale».

Quanti e quali negozi ci sono, oggi, al Punto 13?
«Abbiamo il supermercato Borello, che due mesi fa ha accolto anche Al Bano, la birreria, lo studio di tatuaggi e altre attività, senza contare chi già c’era come la farmacia. La prossima settimana aprirà una carto-libreria. L’obiettivo è avere tutti e 13 i negozi riaperti entro fine anno. Due sono ancora vuoti».

Si può dire che i privati investono e il sindaco taglia i nastri?
«Diciamo che va fatto un lavoro di squadra. In un anno non si rilancia da soli una zona che è stata bloccata da per vent'anni. Fino ad ora il progetto del Punto 13 è stato fatto interamente da Fondazione Aief e dagli imprenditori. Sono sicuro che il Comune da qui in avanti sarà al nostro fianco».

Cosa vuole chiedere al sindaco Lo Russo?
«Di aiutarci a portare progetti, eventi ed opportunità in periferia. Al sindaco faccio un appello: si parla da anni di spostare gli eventi dal centro, bene, il Comune utilizzi gli spazi riqualificati dai privati, come quelli del Punto 13 di via Farinelli, per i suoi eventi. Sono già pronti e sono anche gratis».

La giunta attuale non sta facendo nulla per le periferie?
«Vedo difficoltà nel portare in periferia dei seri progetti a lungo periodo. Noi siamo a Mirafiori, qui se togliamo le parrocchie e le associazioni, non rimane quasi niente. Però vedo un certo impegno, in particolare dell’assessore Purchia, a cambiare le cose».

Meglio Lo Russo di Appendino?
«Fare paragoni non è facile perché ogni sindaco si confronta con problemi diversi, ma se parliamo di eventi questa giunta, pur con i suoi difetti, sta facendo meglio dei Cinque Stelle».

A proposito di politica. A 19 anni coordinatore dei giovani di Forza Italia. A 23 anni consigliere comunale, questo mondo l’affascina da sempre?
«Ho iniziato a fare politica a 15 anni. Già da giovanissimo, quando vedevo cose che non andavano volevo cambiarle. E l’unico modo per cambiarle è fare politica».

Però oggi non è iscritto ad alcun partito. Perché?
«La politica si fa anche fuori dai partiti. Ogni cosa è politica, anche le scelte di tutti i giorni. Spostarsi in macchina o in bici, essere attenti all’ambiente oppure no».

Ha scelto Forza Italia perché affascinato da Berlusconi?
«Berlusconi è un grande imprenditore, ma ho scelto Forza Italia perché sono un liberale di centro-destra».

Perché ne è uscito?
«Non condividevo più alcune idee. Ora do il mio contributo come civico».

Che festival sarà, quello che inizia martedì a Mirafiori?
«Spero bellissimo, abbiamo 26 eventi in un mese. A Mirafiori, non era mai successo. Mi auguro tanta partecipazione da parte dei torinesi».

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