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Il reportage

VIDEO - Maltempo, viaggio fra sfollati e angeli del fango: «Non ho più niente»

Ecco la situazione il giorno dopo l'alluvione sulla collina di Torino

«L'acqua è entrata nel cortile e mi ha allagato la casa: non ho più niente». Cesare Angelino ripercorre così i terribili momenti dell'alluvione di ieri pomeriggio, quando ha dovuto lasciare la sua Lauriano e trasferirsi nel palazzetto dello sport di Cavagnolo, dov'è stato allestito un centro per gli sfollati.

Accanto a loro ci sono una trentina di persone, provenienti da tutti i paesi della zona, compresi Brusasco e Monteu da Po (dove ieri si è registrata l'unica vittima di questa ondata di maltempo in provincia di Torino, il 92enne Giuseppe Bracco). Paesi coperti dall'acqua e dal fango: «Siamo un territorio ferito, non contiamo neanche i danni - si sfoga Andrea Gavazza, sindaco di Cavagnolo - Ma dobbiamo contarli perché ci sarà da lavorare parecchio. Ora ci aspettiamo che le istituzioni ci diano delle soluzioni».

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In tutti i paesi ci sono decine di persone al lavoro, gente che ha perso tutto e altri che non sono stati toccati dal maltempo e sono corsi a dare una mano. C'è chi si impegna con la pala in mano e chi lava i mobili ricoperti dal fango. E chi dà un abbraccio a chi praticamente non mangia e non dorme da chissà quante ore. Come i sindaci di questi comuni, impegnati ininterrottamente per limitare e riparare i danni. Quasi tutti hanno le lacrime agli occhi, come Claudio Mazzetto: «C'era acqua dappertutto, è successo un finimondo - spiega l'anziano, che abita a Monteu da Po, a pochi metri da Giuseppe Bracco - Ora il lavoro di tanti anni è distrutto».

Lì accanto ci sono i vicini che hanno provato ad aiutare il 92enne poi morto nella sua casa allagata. E la figlia, che ripercorre gli ultimi momenti di vita di suo papà: «Non voglio colpevolizzare nessuno ma il modo in cui è morto papà ci ha fatto tanta impressione: ho parlato prima con lui e poi con i vigili del fuoco, erano qua ma non sono riusciti a raggiungerlo. L'acqua è arrivata da dietro e le porte hanno fatto da tappo. Abbiamo il sospetto e la speranza che non abbia retto il cuore».

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