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ECCO COM'ERANO RIDOTTI I CANI

Salva diciotto cuccioli nella cascina lager e viene presa a calci

Ora la volontaria lancia l'appello per adottare i cagnolini

Malnutriti, in condizioni fisiche e psichiche pessime, coperti dai loro stessi escrementi «vecchi di chissà quando, tanto che dovremo tosare il pelo per far tornare puliti quei cuccioli»: Patrizia Ceccarelli fatica a trattenere la rabbia mentre racconta com’erano ridotti i diciotto cagnolini che ha recuperato in frazione Rastello a Pont Canavese. Un salvataggio che è costato parecchio alla responsabile della Casa del Cane vagabondo, il rifugio per animali di Barbania: «Il proprietario mi ha aggredita, prendendomi a calci e lanciandomi addosso un trasportino: sono dovuta correre via per non essere pestata a sangue».

Ceccarelli stringe i pungi e alza la voce quando ripercorre quello che le è successo per questo ritrovamento: «Era stato lo stesso proprietario a chiamarmi, qualche settimana fa: diceva che era pieno di cani e non riusciva a gestirli. Io mi sono attivata e l’altro giorno sono andata a recuperare quei cani insieme con un’altra volontaria e un conoscente di quel signore».
Quando il gruppo è arrivato a Pont Canavese, però, l’accoglienza è stata ben diversa da quella che i volontari si aspettavano: «Intanto si sentiva la puzza degli escrementi già a 500 metri di distanza. Poi, quando il signore ci ha aperto la porta, ha iniziato a urlarci contro». E, dietro di lui, è uscito uno dei tanti cagnolini tenuti dentro quell’abitazione: «Io ne ho rincorso uno e quell’uomo mi ha rincorso - prosegue Ceccarelli - Quando mi ha raggiunto, mi ha tirato un calcione sulla gamba: ho ancora un livido nero. Poi mi ha insultata e tirato contro tutto quello che trovava: io sono scappata per evitare di essere pestata a sangue».
La responsabile del rifugio ha quindi chiamato carabinieri e polizia municipale per chiedere aiuto: «Sono poi riuscita ad andarmene e a recuperare diciotto cuccioli, tutti deboli e malnutriti, probabilmente incrociati tra cani della stessa cucciolata».
Adesso otto sono alla Casa del Cane Vagabondo di Barbania mentre altri dieci sono ricoverati al canile di Caluso: «Li dovremo lavare e tosare, nella speranza che si riprendano. Il veterinario li sta visitando, poi speriamo di poterli dare in adozione. Intanto resta la rabbia: mi risulta che quell’uomo abbia problemi di salute, che sia recidivo e che abbia altri cani dentro casa: perché nessun ente pubblico interviene per impedire queste situazioni?».

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