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15 Ottobre 2023 - 21:30
In quelle autorimesse nessuno dovrebbe mettere piede, visto che le hanno dichiarate inagibili anni fa. Invece sono diventate un ricovero di senzatetto, tra rifiuti abbandonati, giacigli di fortuna e l’ombra dello spaccio.
Chieri, palazzine popolari di via Lombroso. Dall’Atc (Agenzia Territoriale per la Casa), che le gestisce, negli scorsi giorni è arrivato l’ultimatum: «Siamo pronti a sgomberare i locali comuni, come abbiamo già fatto in diversi complessi di Torino». I tecnici dell’Agenzia l’hanno annunciato al termine di un sopralluogo con l’assessora alle politiche sociali Raffaela Virelli e un tecnico del Municipio.
Nonostante l’inagibilità, per introdursi in quegli spazi interrati basta affacciarsi sul cortile e scendere una rampa di scale. Ecco una lunga serie di box auto, con muri e pilastri in cemento coperti da una distesa di murales. Alcuni sono sgargianti, realizzati di recente. Altri sono ormai scoloriti. Non è un mistero che ci sia un grande via vai di giorno e di notte. Si vedono rifiuti abbandonati in più punti. Un forte puzzo avvolge tutti gli spazi, nonostante le numerose aperture verso l’esterno. Odore di urina, di immondizia. Accanto a un materasso abbandonato, un paio di scarpe e una coperta stropicciata testimoniano che c’è chi è abituato a dormire lì. L’Atc lo conferma: «Sono persone estranee al complesso, con bivacchi di fortuna».
All’alba del 10 agosto, proprio in via Lombroso, i carabinieri hanno organizzato un blitz antidroga: oltre due etti di hashish sequestrata, tre denunce e perquisizioni nei garage. Gli elementi raccolti dai militari fanno pensare che anche questi fossero teatro di spaccio. Ora l’Atc annuncia provvedimenti: «Stiamo programmando un’operazione di sgombero e pulizia. Di recente l’abbiamo già fatto in diversi complessi di Torino, per esempio in via Biglieri. Prossimamente toccherà a via Lombroso. Parallelamente, valutiamo misure di messa in sicurezza del piano interrato, per scongiurare occupazioni improprie».
Non è esclusa l’ipotesi di murare gli accessi. Non c’è modo di mettere a norma gli spazi, tornando a usarli come autorimesse? «Sarebbe la soluzione preferibile, ma occorrerebbero molte risorse» è cauta Virelli.
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