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DISABILITY PRIDE

L'orgoglio dei disabili in corteo «contro tutte le barriere»

Da piazza Carlo Felice a piazza Castello oltre 700 persone hanno sfilato per chiedere diritti e pari opportunità

Diritti ma, soprattutto, vere "pari opportunità". Affinché si abbattano le barriere dalla prima all'ultima. Non solo quelle architettoniche che, tutti noi, abbiamo sotto gli occhi, se non tra i piedi, almeno una volta al giorno. E' partito da queste premesse, con circa 700 partecipanti e il sindaco Stefano Lo Russo in prima fila, il primo Disability Pride di Torino. Il corteo che da piazza Carlo Felice a piazza Castello ha unito per un giorno nel nome del proprio orgoglio tante persone con diverse disabilità. L'iniziativa è stata promossa dalla Cellula di Torino dell’Associazione Luca Coscioni in collaborazione con altre diciassette altre organizzazioni del Terzo settore, non mancando di scatenare polemiche politiche sul patrocinio ottenuto "in extremis" anche dalla Regione Piemonte.  

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Il corteo è stato allegro e e colorato con cartelli spiritosi che recitavano slogan come "Ugualmente diverso", ma tra i partecipanti spiccavano anche bandiere dei Radicali e anche uno stendardo No Tav. Molte le persone in carrozzina e altre con il bastone, ma anche famigliari, volontari e rappresentanti delle istituzioni. Presente soprattutto il Comune, oltre che con il primo cittadino, anche con l'assessore ai Diritti, Jacopo Rosatelli e alcuni consiglieri di opposizione come Giuseppe Iannò. Per la Regione hanno partecipato due consiglieri di opposizione, Daniele Valle del Pd e Sarah Disabato del Movimento 5 Stelle insieme al deputato di Sinistra italiana, Marco Grimaldi, approdato dalla Regione al Parlamento. «Sono lieto - ha detto Lo Russo - che l'adesione alla manifestazione sia trasversale alle forze politiche, perché questo è un tema che sta a cuore a chi si occupa di cosa pubblica. Lo scopo è sensibilizzare tutti sul tema dei diritti: accessibilità, mobilità e servizi fanno la differenza fra una città in cui si vive bene e una in cui non è così».

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