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La polemica

Chi ha rubato il Natale a Vanchiglia? Ora i commercianti chiedono i danni

Dopo il corteo pro-Aska e gli scontri di sabato gli esercenti sono scossi: «Feste rovinate»

«Siamo in tanti incazzati. E’ stato giusto, ma non sotto Natale». A parlare è la signora Claudia. Frangetta bionda, affaccendata a curare le piante del suo negozio di fiori in via Vanchiglia, nell’omonimo quartiere in cui dopo lo sgombero di Askatasuna, giovedì scorso, (cui è seguita la guerriglia del sabato successivo), lo spirito natalizio sembra essersi spento.

Sono scoraggiati e storditi dagli episodi di violenza, i numerosi esercizi di prossimità della zona, con fatturati dimezzati (o anche di più) rispetto agli scorsi anni. «E’ difficile ora quantificare il danno, ma si tratta di almeno 5mila», spiega Angelo, del negozio di abbigliamento Lizia.

Ma è soprattutto il morale ad essere a terra: «C'era un'atmosfera di guerriglia armata. Era tutto vuoto e deserto. Non è più la "modalità feste", anzi, è anche peggio di un martedì "normale"», sospira Barbara Grimaldi, che insieme al marito, Mattia Cantacessa, gestisce la tabaccheria della via da 10 anni. «Mai visto niente del genere, è peggio del Covid», aggiungono i due. «Non voglio neanche vedere il totale degli incassi. Quei pochi clienti sabato sembravano dei poveri disgraziati». sottolinea invece Elisabetta Crovella, che è anche la presidente dell’associazione commercianti di via Vanchiglia e che di questo sgombero pre-natalizio parla come di una «scelta scellerata». «Parlano tanto di aiutare i negozi di prossimità. Ma ci sentiamo invisibili e inascoltati», continua.

È un ennesimo “aggravante”, questo, per Vanchiglia. Dopo che lo scorso anno, di nuovo a ridosso delle feste natalizie, si paventava l’attivazione della telecamera per la corsia riservata al tpl (mai attivata). «Già questo ci aveva penalizzato lo scorso Natale», continua.

È un doppio disagio, sottolinea, per i genitori di bambini delle tre scuole chiuse senza un preavviso a poco dalla normale chiusura delle aule. Per questo motivo, insieme all’associazione di quartiere Aqv che copre Santa Giulia, ora si pensa di scrivere una lettera a sindaco e Prefetto. E a una class action per la richiesta di danni.

Con manforte anche da parte del presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri: «La Regione e il Governo rimborsino i commercianti», diceva all’indomani degli scontri e a seguito della chiusura di corso Regina Margherita (fino alle 20 di lunedì scorso).

E sono anche le associazioni di categoria Epat e Fiepet a scrivere alle istituzioni chiedendo sussidi concreti. «Il commercio non è solo attività economiche, ma lavoro, presidio sociale e vita di comunità, meritano attenzione e tutela», spiega il suo presidente Vincenzo Nasi. «C’è stato un gran danno indiretto, ma noi continueremo a supportare i cittadini», assicura la presidente di Ascom Torino Maria Luisa Coppa.

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