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L'EVENTO

Una mostra a Torino celebra il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

A 40 anni dall'attentato, da oggi e fino al 29 maggio al Museo Nazionale del Risorgimento

Torino celebra il generale Dalla Chiesa, un eroe considerato «un proprio uomo, un proprio figlio». Parole di suo figlio Nando, intervenuto ieri all’inaugurazione della mostra “Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’Uomo, il Generale”, organizzata in occasione del quarantennale della morte e che il Museo del Risorgimento ospiterà fino al 29 maggio.

«La prima volta, negli anni ‘60, mio padre fu mandato a Torino per punizione: la seconda, negli anni ‘70, fu un premio accompagnato da responsabilità altissime - è il ricordo molto personale che Nando ha voluto regalare alle tante autorità intervenute ieri -. Qui l’ho visto soffrire, gioire, ottenere risultati importanti. Ricordo il rapporto sofferto che avevamo con la città negli anni Sessanta ma lui diede il massimo, e riuscì a tenere insieme la famiglia in un momento difficile. Il suo legame con Torino diventò meraviglioso: costruì tantissime amicizie con delle persone che non lo dimenticarono mai. La città lo considerava come un figlio. E proprio a Torino ebbe una premonizione: nel 1974, quando ancora si pensava che le Brigate Rosse fossero pericolose ma che non avrebbero mai ucciso nessuno, noi vivevamo nella caserma di via Valfrè e lui ricevette una cartolina dalla Svezia con delle minacce delle Brigate Rosse. Mi guardò e mi disse: “Questi uccideranno”». Nel corso dell’appuntamento è stato proiettato anche un video intervento della sorella di Nando, la presentatrice Rita Dalla Chiesa, che ha ricordato come Torino sia nel suo cuore perché «è stata sempre molto vicina a mio padre negli anni del terrorismo».

A TORINO DOPO ROMA E MILANO

L’esposizione approda a Torino dopo le tappe di Roma e Milano; è organizzata dall’Arma dei carabinieri, che ne ha affidato la realizzazione a Publimedia, ed è a cura di Andrea Pamparana. Al visitatore viene proposta una serie di pannelli con didascalie esplicative e materiale iconografico in parte inedito. «Negli anni ‘70 - osserva Gino Micale, comandante interregionale della divisione Pastrengo dell’Arma - Torino era il fronte del contrasto al terrorismo. La presenza di Dalla Chiesa trasformò la città in un laboratorio: le grandi innovazioni portate dal generale, oltre a produrre successi importanti, formarono generazioni di investigatori». «Vogliamo onorare l’attività professionale e la sfera privata di un grande uomo - ha aggiunto l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia - che ha attraversato momenti difficilissimi per il nostro Paese. La sua storia deve essere raccontata tutti i giorni. La sua memoria è un dovere civile». «La cosa più importante è ricordare le gesta compiute da Carlo Alberto Dalla Chiesa soprattutto ai giovani - è la conclusione del generale Antonio Di Stasio, comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta - perché approntino la loro vita e i loro valori al senso della giustizia e della legalità che il nostro grande generale ha difeso e rappresentato».

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