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L'EVENTO A PORTE CHIUSE

Il Capodoglio sbarca ai Murazzi con la nuova hit di Willie Peyote

Il rapper di Barriera ha presentato "Picasso", il suo ultimo pezzo sulla movida torinese: «Ricordo bene gli scippi, gli accoltellamenti e le vomitate sul Po. Ora facciamo rivivere le vecchie arcate»

Willie Peyote al Capodoglio

Willie Peyote al bancone del Capodoglio

«C'era indifferenza, si vedeva un corpo steso a terra e subito dopo si andava a bere un chupito»

Il bancone costellato da centinaia di bottiglie di vetro con galleggianti da pesca all'interno, pareti color pastello scuro e un palco in fondo al locale per concerti, letture e spettacoli teatrali. È il nuovo circolo "Capodoglio" dei Murazzi del Po, “inaugurato” in modo informale, con un evento a porte chiuse, dal nuovo padrone di casa Willie Peyote che ha invitato centinaia di amici e conoscenti per presentare il nuovo locale, di cui è socio, e per svelare il suo ultimo singolo “Picasso”. Completamente ristrutturato a 11 anni dalla chiusura dell'ex Alcatraz sotto le cui arcate hanno ballato milioni di persone, il Capodoglio dovrebbe riaprire a ridosso dell'estate, anche se non c'è ancora una data ufficiale.

La serata è stata animata dal comico milanese Luca Ravenna che si è esibito in uno spettacolo di stand-up comedy improvvisato. Al termine dell'esibizione il rapper di Barriera di Milano ha fatto partire il video del suo ultimo pezzo "Picasso" girato interamente in un bagno angusto. Un richiamo neanche troppo velato alla vecchia movida dei Murazzi. «L'intento è proprio quello di far rivivere i Murazzi come ce li ricordiamo, di far ripartire una zona di Torino di cui tutti noi abbiamo un magnifico ricordo» ha spiegato Peyote che da ventenne frequentava i locali in riva al Po. «Proprio qui, al vecchio Alcatraz, ho suonato varie volte, bei tempi. Ricordo bene le bevute in compagnia, i maghrebini che facevano la “mossa di Zidane” per rubare i portafogli, gli spacciatori, gli accoltellamenti durante le serate. Nulla di tutto ciò ci spaventava. Questi erano i Murazzi. Quando mi hanno chiesto di partecipare a questo progetto per farli rivivere ho subito accettato».
Una lucida fotografia, quella fatta dal cantante, di un tempo ormai passato che, chi ha frequentato i vecchi "Muri", non può non ricordare. «C'era indifferenza - racconta Peyote a Ravenna -, si vedeva un corpo steso a terra e subito dopo si andava a bere un chupito».

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