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Il racconto del vigilante eroe
13 Maggio 2023 - 23:00
L'eroica guardia mima le coltellate che ha subito
Nosa Uwaifo ha ancora davanti agli occhi il viso, nascosto da una sciarpa, del rapinatore che lo ha accoltellato per sei volte. Infatti racconta nei dettagli com’è stato quasi ucciso fuori dall’Eurospin di via Forlì, il supermercato per cui lavora da anni come vigilante: «Ho paura a tornare, spero che mi spostino in un’altra sede».
Dopo un mese di ospedale, ieri il 46enne nigeriano è finalmente tornato a casa. Ad aspettarlo, nell’appartamento di via Nizza, c’erano la moglie Esther e i figli Ivan e Kevin, 7 e 2 anni. Lo hanno riempito di quegli abbracci cui pensavano di dover rinunciare per sempre dopo le 18 del 17 aprile, quando Nosa ha rischiato la vita per il suo lavoro: «Faccio il vigilante per Eurospin dal 2015 e mi era già capitata una rapina - racconta con il suo italiano ancora mischiato all’inglese, nonostante sia emigrato dalla Nigeria nel 2005 - Quella volta, a Rivarolo, mi avevano infilzato con una chiave nella pancia».
Un mese fa è andata peggio: «Era un albanese o romeno, arrivato con una sciarpa sulla faccia. Ha preso i soldi dalla cassa e, quando ha visto che gli correvo incontro, mi ha puntato il coltello contro. Io mi sono difeso con quello che ho trovato, una cassetta di frutta. Poi mi ha colpito una prima volta in una gamba». La guardia ha reagito comunque, inseguendo il bandito fuori dal supermercato: «Lui è tornato indietro e mi ha dato altre 5 coltellate sulle gambe». Poi è scappato, lasciando Uwaifo in una pozza di sangue.
Era un albanese o romeno, arrivato con una sciarpa sulla faccia. Ha preso i soldi dalla cassa e, quando ha visto che gli correvo incontro, mi ha puntato il coltello contro
La pozza di sangue lasciato da Nosa Uwaifu e l'intervento dei carabinieri in via Forlì
Il rapinatore è riuscito a far perdere le sue tracce mentre la guardia è finita in ospedale. E la sua storia di vita l’ha fatto balzare agli onori delle cronache.
Ci siamo sposati ma, per anni, siamo stati senza documenti. Vivevamo con l’elemosina e vendendo accendini e fazzoletti
«Mia moglie è arrivata da Benin city nel 2005 e io l’ho seguita. Ci siamo sposati ma, per anni, siamo stati senza documenti. Vivevamo con l’elemosina e vendendo accendini e fazzoletti. Fino al 2015, quando ho iniziato a fare il vigilante nei supermercati». Un mestiere che si è rivelato molto pericoloso: «Durante la rapina ho avuto paura ma non sono un eroe: è il mio lavoro, devo farlo se vogliamo mangiare io, moglie e figli».
Tornerà a fare la guardia? «Per un altro mese devo stare a casa, poi rientrerò. Ma vorrei cambiare: il supermercato di via Forlì è in una zona brutta e pericolosa, piena di ladri. E mi piacerebbe anche avvicinarmi a casa».
Il direttore ha raccontato che quell’Eurospin è stato colpito sette volte in 4 anni. E anche gli altri commercianti raccontano di essere stati depredati, tanto che hanno riempito i negozi di telecamere e di cartelli con la scritta “Ruba in negozio e vieni punito con la pena da 2 a 6 anni di reclusione”.
Anche per questo ci sono le guardie come Uwaifo, sempre presenti negli orari di apertura del supermercato. Ma senza niente per difendersi: «Non ho il porto d’armi: se avessi avuto una pistola, avrei sparato subito per evitare di essere accoltellato - ammette il vigilante eroe - Quando tornerò al lavoro, comprerò almeno uno spray urticante».
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