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L'inchiesta
28 Maggio 2023 - 06:30
L'ex chiosco di corso Umbria
Un chiosco su tre ha debiti con il Comune di Torino e molti, come si evince dalle foto pubblicate in questa pagina, hanno chiuso i battenti con il rischio di non riaprire mai più.
Ci sono bar, ci sono edicole ma anche negozietti che un tempo vendevano fiori. Una crisi che non sembra risparmiare nessun quartiere e che non guarda in faccia nessuno.
Il chiosco di via Ventimiglia
Le concessioni
Delle 345 concessioni che permettono di svolgere attività a baristi, fiorai ed edicolanti, si contano 109 chioschi bar, 23 chioschi fiori, 89 chioschi di vendita e 120 concessioni ad edicole di cui solo 79 sono attive.
Una lenta e silenziosa agonia, quella dei nostri chioschi che vivono sulla loro pelle la più grande crisi che il settore abbia mai conosciuto. Negli ultimi dieci anni hanno abbassato la serranda, solo a Torino, più di cento attività, quasi il 30%: i loro scheletri giacciono abbandonati a ogni angolo della città, quasi a volerci ricordare un tempo che ormai sta svanendo. C’è chi prende semplicemente polvere e chi è persino stato occupato.
Il chiosco di Lungo Dora Savona
Dormitori
Un caso è quello di corso Umbria 53. Negli anni ignoti hanno installato un orto abusivo alle spalle della struttura (ex bar) e utilizzato il patio esterno per bivaccare. Nell’ultimo periodo, in aggiunta, sono riusciti ad entrare con un’effrazione.
A denunciare il caso è il capogruppo leghista della Circoscrizione 4, Carlo Morando. «Ho scritto alla polizia municipale e approntato una interpellanza per segnalare la recente occupazione abusiva - racconta Morando -. La misura è colma. La riqualificazione dei quartieri passa anche e soprattutto da sicurezza e decoro, non solo dalle piste ciclabili piazzate ovunque».
Un altro caso è quello dell’ex edicola di piazza Hermada dove i senzatetto si erano accampati, con tende, sul marciapiede. Prima dell’intervento dell’amministrazione e dei servizi sociali.
Corso Vittorio Emanuele II
Quante chiusure
Difficile elencare tutte le chiusure. Ne citiamo alcune: il bar di lungo Dora Savona, fronte poliambulatorio Asl, e quello di via Ventimiglia 155, presente sul territorio dal 2006 e inattivo da diversi anni.
Un ex bar che potrebbe essere presto demolito. Il Comune di Torino ha revocato la concessione agli ex proprietari nel 2018, per accumulata morosità, e a seguito delle numerose lamentele dei residenti dell’area di Italia ‘61 ha iniziato a prendere considerazione un drastico intervento di rimozione della struttura. A seguire ecco le ex edicole di piazza Borromini, corso Racconigi e corso Vittorio. Giusto per citarne alcune.
Corso Racconigi
La svendita
Se qualcuno vuole comprare un chiosco può digitare su un motore di ricerca come Google le parole chiave e scoprire che molti sono in vendita. Anzi, alcuni anche in svendita con sconti che superano il 35%. Si trovano persino richieste per chioschi ormai abbattuti, come quello di piazza Galimberti.
Che, appunto, non esiste più. La Città di Torino, meno di un anno fa, spiegava come «i chioschi inattivi, oltre a generare degrado, potrebbero invece essere utilizzati per portare lavoro». Con la possibilità di aprire a ragionamenti su eventuali cambi di destinazione d’uso. E dunque mettere mano ai regolamenti.
Un chiosco su 3 è chiuso: nelle casse comunali manca un milione di euro
Dei 345 chioschi dati in concessione, il 35% risulta moroso o con un piano rateale scaduto. L'assessore al Commercio Chiavarino annuncia un censimento dei manufatti per «cambiarne la destinazione d’uso, rimuoverne altri e rilanciare le edicole in città»
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