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IL MONDO CHE CAMBIA
10 Giugno 2023 - 11:15
Chat Gpt ormai spopola anche tra i banchi di scuola. Nonostante lo stop iniziale imposto dal garante della Privacy, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale a portata di clic viene sempre più utilizzata per fare compiti e ricerche. Lo confermano anche i presidi delle scuole superiori di Torino che non appaiono però troppo preoccupati come si potrebbe pensare. Al contrario pensano che il fenomeno sia ormai inarrestabile e sono consapevoli della necessità di un’adeguata formazione degli studenti e dei docenti.
«I ragazzi la usano e c’è molta curiosità. Può essere un nuovo modo di fare ricerca e io vedo in questo un’accelerazione. Ovviamente non deve mai mancare la capacità di argomentazione e il pensiero critico degli studenti che devono imparare a cercare su Internet». Così la pensa la preside dell’istituto Regina Margherita, Francesca Di Liberti, ex presidente dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp) di Torino. «Molto interessante per la nostra scuola a indirizzo giuridico e sociologico - aggiunge - anche la tematica del garante della privacy». Al momento sembra essere meno usata al classico e allo scientifico. «Secondo me è una realtà con cui bisogna fare i conti e le logiche “proibizioniste” possono servire per prendersi una “pausa di riflessione”, ma a lungo andare non sono mai costruttive» spiega il preside del liceo Einstein, Marco Chiauzza che avverte: «E’ necessario però educare gli studenti e i docenti all’uso corretto dello strumento». Dello stesso avviso il preside del liceo D’Azeglio, Franco Francavilla: «Ritengo che la scuola debba attrezzarsi adeguatamente per conoscere questo strumento di OpenAI e per gestirne rischi e potenzialità, poiché non è realistico pensare di poterlo semplicemente bandire e tenere lontano dalle aule scolastiche». Il preside del D’Azeglio però ha riscontrato che tra i suoi studenti: «Chat Gpt non è ancora molto diffusa». Così la pensa anche il preside del liceo scientifico Galileo Ferraris, Giuseppe Inzerillo: «I chatbot avranno sicuramente un impatto importante sul sistema educativo. È ovviamente necessaria una fase di formazione che consenta ai docenti e agli studenti una corretta utilizzazione della nuova tecnologia. Un atteggiamento di rifiuto - aggiunge - sarebbe negativo ma l’introduzione a scuola va gestita e governata. Anche se - conclude - è ancora prematuro parlare di un utilizzo sistematico da parte degli studenti».
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