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L'inchiesta

Dagli uccelli alle manovre del pilota: ecco cosa non torna sulla tragedia delle Frecce tricolori

Nel giorno del funerale della piccola Laura, la Procura di Ivrea continua a indagare sullo schianto di Caselle

Dagli uccelli alle manovre del pilota: ecco cosa non torna sulla tragedia delle Frecce tricolori

Un uccello è stato risucchiato nel motore della Freccia tricolore che poi si è schiantata a terra e ha travolto l’auto della famiglia Origliasso: è una delle ipotesi su cui sta lavorando la procuratrice Gabriella Viglione insieme alla sua sostituta Valentina Bossi, che non smettono di indagare neanche nel giorno del funerale della piccola Laura Origliasso.

Gli inquirenti cercano conferme. Che potrebbero arrivare, a quanto pare, da una telecamera collegata alla scatola nera dell’Aermacchi MB.339 Pan: ci stanno lavorando i tecnici dell’aeronautica dell’aeroporto militare di Rivolto, che è anche il quartier generale delle Frecce (in una frazione di Codroipo, provincia di Udine).

Sono gli unici che possono chiarire se sia davvero stato un uccello a causare lo schianto di sabato 16 settembre, quando lo stormo tricolore è decollato da Caselle. Destinazione Vercelli, per un’esibizione. Appena in quota, intorno alle 17, il maggiore Oscar Del Dò comunica «problemi al motore». Subito dopo impatta tra la pista e la piattaforma per gli elicotteri, incendiandosi. La parte più grande della carlinga, carica di velocità, continua la sua traiettoria. Abbatte la semplice recinzione al fondo dell’aeroporto, supera il fosso a bordo strada e finisce addosso alla Ford Fiesta della famiglia Origliasso, che ha avuto l’incredibile sfortuna di passare da lì proprio in quel momento. Nell’impatto muore la piccola Laura, 5 anni. Ustionati ma salvi il fratellino Andrea, 12 anni, il papà Paolo e la mamma Veronica Vernetto.

Nei giorni immediatamente successivi la Procura di Ivrea ha iscritto nel registro degli indagati il maggiore Del Dò, accusato del disastro aereo e dell’omicidio colposo della piccola Laura. Un atto dovuto che non ha ancora portato all’interrogatorio del pilota, che dovrà essere sentito dagli investigatori. Così come i suoi colleghi alla guida delle altre Frecce.

Ma gli inquirenti guardano anche alle procedure di sicurezza e alle manovre fatte alla partenza, ossia all’inizio dell’esercitazione: oltre a capire se l’aeroporto Sandro Pertini abbia fatto tutto il possibile per ridurre la presenza di volatili e il rischio di incidenti, bisognerà stabilire se Del Dò abbia responsabilità nello schianto.

Vanno ricostruite tutte le sue manovre e quelle dello stormo tricolore in generale, dal punto esatto della partenza alla reazione dopo l’annuncio dei problemi al motore da parte del maggiore. Anche perché c’è un dato di fatto: se l’aereo fosse partito anche solo un metro o un secondo più in là, la storia sarebbe stata diversa.

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