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Il paparazzo segreto

Corona odia il calcio? Da quando giocava (in porta) e ha rischiato di morire, al sogno della Serie A

Tifoso dell'Inter, in carcere per i ricatti ai calciatori, da Trezeguet a Totti

Corona odia il calcio? Da quando giocava (in porta) e ha rischiato di morire, al sogno della Serie A

Fabrizio Corona odia il calcio? Sembra lecito chiederselo, perché in fondo gli scandali più rumorosi degli ultimi anni del mondo pallonaro lo vedono in prima fila: adesso questo delle scommesse illegali, in passato i fotoricatti del gossip - che gli sono costati un discreto soggiorno in carcere, tra le altre cose - con nomi come David Trezeguet, Coco, Totti, di tutto e di più. "Deve venire giù tutto" giura Fabrizio Corona quando annuncia i suoi nuovi scoop, sul sito Dillingernews.it che ha di recente potenziato. 

Nella realtà Corona è un appassionato di calcio, anche se ha rischiato di lasciarci la pelle, e ha sognato persino la serie A. Ma bisogna vedere perché.

Nel suo libro autobiografico di qualche anno fa "Come ho inventato l'Italia", l'ex re dei paparazzi racconta anche la passione per il calcio. A cominciare da ragazzino, nella natia Sicilia, in un torneo giovanile: in porta, con i guantoni "come quelli di Zenga" ma a petto nudo. E' in questa occasione che, nell'effettuare una parata, si procura un trauma, che lo porta a dire di aver rischiato seriamente la vita.

Tempo dopo, il calcio passa attraverso altre forme: è tifosissimo dell'Inter e questo è risaputo - adesso infatti si scaglia più volentieri contro la Juve, "ha commesso un illecito sportivo" tuona, riguardo il caso Fagioli -, ma a un certo punto diventa presidente di una squadra di calcio.

Succede nel 2009, a Monte San Giusto, piccolo comune delle Marche in provincia di Macerata: la squadra locale, la Sangiustese, tradizione cinquantennale e grande vivaio, da due stagioni riesce a garantirsi la presenza in serie C, un risultato eccezionale. Nel mese di ottobre del 2009, il patron Antonio Pantanetti annuncia una clamorosa sorpresa: Fabrizio Corona è il nuovo presidente onorario, nonché socio in grado di garantire investimenti. 

Al campo arrivano televisioni e inviati, lui il re dei paparazzi già al centro delle cronache spiega "Ho il fiuto per gli affari, qui possiamo fare bene. Seguiremo il modello inglese". E annuncia: "Porterò questa squadra in Serie A". 

Foto da Cronache Maceratesi

Invece, tutto finisce mestamente: pochi mesi dopo la quinta sezione penale del tribunale di Milano condanna Corona a 3 anni e 8 mesi di reclusione per tentata estorsione. A fine stagione, la Serie C estromette i marchigiani dal campionato e la richiesta di iscrizione viene bocciata dal Consiglio Federale FIGC. Tornata fra i dilettanti, nel 2012 la Sangiustese cessa ufficialmente di esistere.

Il Corona calciatore, invece, trova una nuova dimensione proprio in carcere, a San Vittore: diventa portiere (e capitano) della squadra dei Saint Victory Boys, la formazione dei detenuti che gioca nel campionato CSI, "ogni domenica venivano da fuori a giocare contro di noi. Per le prime partite ero io l'attrazione" racconta nell'altra autobiografia, "Non mi avete fatto niente.

E i risultati non mancano: "Io sono un fenomeno anche come giocatore. Rimangono scioccati dalla mia bravura in porta".

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