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la storia

Il mito di Neuer e l'amore per i viaggi: chi era Gigi, morto a 13 anni per una sfida social

La vita di un giovanissimo deceduto ieri al Regina Margherita dopo giorni di agonia

Il messaggio dei compagni di classe di Luigi, morto a 13 anni in ospedale a Torino

Il messaggio dei compagni di classe di Luigi, morto a 13 anni in ospedale a Torino

Il mito di Neuer, come dimostra la foto con la maglia della Germania. E la passione, in generale, per il calcio. Faceva il portiere Luigi Bagnasco, il 13enne morto nel reparto di rianimazione dell'ospedale Regina Margherita dopo essere stato trovato in fin di vita nella sua casa di Novi Ligure. Tutti lo chiamavano Gigi, ed era il portiere delle giovanili della Novese, squadra di calcio di Novi Ligure. Nel weekend, la sua squadra avrebbe dovuto giocare la seconda giornata del campionato regionale under 14 contro l’Albese, partita poi rinviata su richiesta del club di Novi. E Luigi, in quell’occasione, aveva ricevuto la prima convocazione. Incredibile, se si pensa a quanto successo, al dramma di un 13enne trovato in fin di vita dal padre in casa venerdì scorso. Forse a causa di una "challenge" sui social network - probabile che il giovane si sia strangolato con una sciarpa, ritrovata in stanza - e su questo stanno indagando i carabinieri, che non escludono che Gigi abbia preso parte a uno dei tanti giochi della morte che purtroppo circolano sul web.

Ma appunto, Luigi, "Gigi", amava il calcio e voleva un giorno diventare un calciatore. Come faceva vedere su Instagram, nel suo ultimo post datato 27 ottobre dove si mostrava con la squadra sul terreno di gioco dello stadio comunale di Novi Ligure. Novese che sul suo profilo Facebook ha scritto il seguente messaggio: «È impossibile per tutti noi accettare... Ti siamo vicini in questo viaggio Gigi... Sarai per sempre nei nostri cuori». Mentre amici e compagni inondano ancora adesso Instagram con centinaia di messaggi, increduli per la drammatica fine del ragazzo. L'altra grande passione di Gigi erano i viaggi. Viaggiava spesso con la famiglia e infatti su Instagram pubblicava foto dalle stanze di hotel che davano su panorami mozzafiato come lo skyline di Dubai, oppure mentre imitava i piloti di rally guidando nel deserto. I suoi compagni di classe dell’istituto Boccardo di Novi, mentre Luigi lottava tra la vita e la morte in un letto d'ospedale, hanno scritto con i gessetti colorati “Gigi ci manchi” sulla lavagna della scuola, firmandosi uno per uno. Il 13enne frequentava infatti la terza media. E pure i compagni della 2F hanno lasciato un messaggio, sempre sulla lavagna della classe: “Ci manchi, sei come l’ultimo pezzo della piramide, con la felicità e il sorriso che mettevi a tutti”. Disperata, mani sul volto, fuori dal reparto di rianimazione del Regina Margherita di Torino ieri pomeriggio c’era Carla. «Luigi mi chiamava “zia”, anche se sono solo un’amica di famiglia. Cosa gli è successo? Non lo voglio nemmeno sapere. Non me lo spiego. Era un ragazzo solare, felice, non aveva problemi a scuola né con gli amici». 

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