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L'ANALISI DI IRES
13 Dicembre 2023 - 18:00
Torino sta vivendo una sorta di paradosso: da una parte la città si spopola, dall’altra aumenta l’occupazione trainata dalle donne. Ma è allarme precariato.
E’ quanto emerge dal Rapporto dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro di Ires presentata ieri in Comune. Analizzando lo studio si evince che Torino ha visto diminuire la popolazione del 6% nell’ultimo decennio (nel 2022 i residenti erano circa 842mila, quasi 53mila in meno rispetto al 2012), una tendenza analoga a quella che si osserva a Genova, ma opposta a quella registrata a Bologna (+2%), Roma (+1%) e a Milano (+5%).
CRESCE SOLO L'OCCUPAZIONE FEMMINILE
Per contro i dati relativi all’offerta di lavoro dipingono invece un quadro in complessivo miglioramento. Superato lo shock dell’emergenza sanitaria, a Torino nel 2022 l’occupazione è cresciuta del 2% rispetto all’anno precedente, fino a quota 361mila occupati (+8mila), a parziale recupero dei 23mila posti di lavoro persi tra il 2019 e il 2020.
La ripresa è da attribuire esclusivamente alla componente femminile, mentre si registra un’ulteriore contrazione dell’occupazione maschile. A incidere è la perdita di peso dell'industria nell'ambito dell'economia torinese.
Molto positivi sono i dati sulle persone in cerca di occupazione (elaborati a livello provinciale per garantire l’attendibilità delle stime), in diminuzione del 10,6% rispetto al 2021 e del 14,5% rispetto al 2019. Si tratta di valori incoraggianti anche alla luce della contestuale decrescita degli inattivi in età da lavoro (-6,8% rispetto al 2021) che restano comunque numerosi: nel 2022 circa 140mila a Torino e oltre 400mila in tutta la provincia.
I dati sulla domanda di lavoro dipendente sono abbastanza confortanti: nel 2022 i contratti di lavoro sottoscritti nel capoluogo hanno raggiunto quota 206mila, il 18% in più rispetto all’anno precedente, mentre le persone assunte sono arrivate ad essere quasi 133mila (+15%).
OTTO LAVORATORI SU DIECI SONO PRECARI
Resta però elevato il peso del lavoro a termine resta (circa 8 contratti su 10), così come il ricorso al part-time (circa 1 contratto su 3). Nel complesso, solo 37% dei contratti sottoscritti dura più di 6 mesi o è a tempo indeterminato.
Si riducono inoltre le professioni a bassa qualificazione (15% del totale) e aumenta, per contro, la domanda di personale ad alta qualificazione, così come il numero di persone con diplomi Its e titoli universitari, il cui peso complessivo passa dal 27% del 2018 al 30% del 2021. Ma è ancora alta, al 29% la quota di adulti che detiene il solo titolo elementare.
"Le donne occupate crescono così come gli impieghi dove sono necessari alta formazione e competenze e questi credo siano elementi positivi" sottolinea l'assessora al Lavoro del Comune di Torino, Gianna Pentenaro. "Sicuramente - aggiunge - ci sono luci e ombre in questo report e, proprio su queste ultime, dobbiamo riflettere per poter dare maggiori opportunità di sviluppo al territorio. Mi riferisco, ad esempio, al tema dell'attrattività delle imprese sul quale questa Città e gli enti istituzionali che partecipano all'Osservatorio del mercato del lavoro devono ragionare insieme. Per avere maggiore occupazione - conclude - occorre portare nuove imprese, e penso a quanto già sta avvenendo nel settore aerospaziale dove pubblico e privato stanno lavorando per garantire la nascita di un'intera filiera".
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