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I No Tav rivendicano 4 sabotaggi alle aziende. E minacciano Salvini: «Domani ti accogliamo noi»

Rivendicate azioni e danneggiamenti a Torino, in Val di Susa e a La Loggia contro aziende impegnate nel cantiere

Scritte e volantini contro la sede di Astm a Torino

Scritte e volantini contro la sede di Astm a Torino

Fermare i cantieri della Torino-Lione ormai, per usare una metafora in tema, è difficile come fermare un treno in corsa. I No Tav però non paiono intenzionati ad arrendersi all’evidenza e, al contrario, alzano il tiro. Nelle scorse ore è arrivata la rivendicazione, da parte del movimento che si oppone alla realizzazione della linea ferroviaria, di una serie di azioni compiute nelle ultime settimane contro alcune aziende impegnate nei lavori con l'incitamento a «colpire i devastatori».

La rivendicazione dei No Tav:

Il primo sabotaggio rivendicato come «azione diretta No Tav» è quello del 16 novembre a Chiomonte, dove a un Ford Transit di Itinera, parcheggiato lontano dai cantieri, sono stati forati gli pneumatici e infranto un finestrino. Sulle portiere è poi stata verniciata la scritta “No Tav”. Tra l’8 e il 9 dicembre, invece nel mirino sono finite la Eslo Silos in Val di Susa (la rivendicazione parla di danneggiamento degli uffici) e la Cavit a La Loggia, cui gli attivisti - dopo essersi introdotti abusivamente in azienda - hanno imbrattato sei mezzi da lavoro con vernice e scritte “No Tav”. Dell’ultimo assalto, compiuto venerdì notte a Torino, i No Tav hanno addirittura diffuso un video che mostra tutta l’azione: in questo caso, nel mirino è finita la sede torinese dell’Astm in quanto «società controllata dal gruppo Gavio, che contiene al suo interno Itinera S.p.a., azienda che quest’estate ha vinto l’appalto da un miliardo di euro per la realizzazione del tunnel di base dell’Alta Velocità Torino-Lione».

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Il video - montato con la “colonna sonora” di una nota canzone del rapper torinese Principe che esalta proprio la lotta No Tav - mostra 4 persone incappucciate, vestite completamente di nero, munite di secchi di vernice e colla, che raggiungono gli uffici di via Bonzanigo e, sui muri esterni, vergano la scritta a caratteri cubitali “Itinera azienda ecocida No Tav” oltre ad incollare dei manifestini dello stesso tenore. Vestiti, modalità e tempistiche - tutto è stato fatto in poco più di un minuto - sono la prova di come si tratti di persone abituate ad azioni simili, consapevoli non solo di come colpire e sparire in pochi secondi ma anche di come fare a rendere difficile la propria identificazione alle forze dell’ordine.

Non è un caso se la rivendicazione di questi atti - su cui indagano carabinieri e Digos - sia arrivata proprio in queste ore. Domani infatti a Chiomonte è in programma la cerimonia per l’avvio del cantiere del tunnel di base e, tra gli altri, è atteso l’arrivo anche del ministro Matteo Salvini. «Pensiamo - si legge nella rivendicazione - che sia doveroso fare comunicazione di come le lobby del tondino e del cemento stiano venendo duramente colpite da chi ha a cuore il proprio territorio. Nonostante il ministro delle Infrastrutture e il direttore generale di Telt dicano che la lotta al Tav sia calata di intensità, queste azioni, insieme anche ai cortei e alle tante altre iniziative, ci dimostrano che il Movimento No Tav e la lotta contro le grandi opere ecocide è tutt’altro che sopita. Ci vediamo lunedì 18/12 alle ore 10 - è l’appuntamento finale che suona come una minaccia - ai cancelli della centrale di Chiomonte per “accogliere” calorosamente il ministro Salvini e le nuove ditte incaricate alla “costruzione” del tunnel di base». Una risposta indiretta ai No Tav, oggi, è arrivata proprio dallo stesso ministro Salvini: «Domani sarò in Piemonte: c’è qualche anarchico e centro sociale che ha sfidato il governo per bloccare le grandi opere. Non saranno quattro anarchici a fermare la Tav e il governo di centrodestra - ha detto il leader della Lega dal palco di Atreju -. Avanti con Tav, Brennero, con la Roma-Latina: ci stiamo occupando di sviluppare porti, autostrade, ferrovie, alta velocità e treni per pendolari».

Domani quindi è facile prevedere l’ennesima giornata di tensione in Val di Susa. Le minacce dei No Tav hanno solo confermato quanto già temuto, cioè che in valle arrivino esponenti del mondo antagonista intenzionati a sfruttare la presenza dei media nazionali per trovare, ancora una volta, una cassa di risonanza alla propria “lotta”. È alta la possibilità che i manifestanti tentino di avvicinarsi alle reti del cantiere e quindi è lecito attendersi un notevole spiegamento di forze dell’ordine a difesa dello stesso, dei lavoratori e degli ospiti attesi per la cerimonia. Un film che in Val di Susa è già andato in onda troppe volte e che probabilmente continuerà a essere replicato anche, nei prossimi anni, mentre le talpe scaveranno il tunnel.

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