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IL CASO

Infermieri allo stremo: «Non ci fermiamo neppure per far pipì»

L’allarme del Regina Margherita: «300 bimbi con la bronchiolite in 24 ore»

Infermieri allo stremo: «Non ci fermiamo neppure per far pipì»

L’influenza sta mettendo sotto forte stress la nostra Sanità: le guardie mediche sono prese d’assalto, i letti di ospedale sono tutti pieni e i pronto soccorso sono al collasso, con infermieri che fanno i salti mortali per accogliere le sempre più numerose “vittime” del virus. E ad aver bisogno di cure, insieme agli anziani, sono soprattutto i bambini.

Al Regina Margherita è scoppiato l’allarme bronchiolite. «Ci sono stati circa 300 passaggi di bimbi in 24 ore, i posti letto sono tutti esauriti e manca il personale» spiega il coordinatore Cisl della Città della Salute, Antonio Patanella: «I bimbi malati sono ammassati ovunque, ci sono barelle anche in sala d’aspetto Covid e negli uffici della caposala, il personale è sotto organico, si lavora a cottimo con turni massacranti di 12 ore senza potersi fermare neppure per andare a fare pipì, mangiare qualcosa o prendersi un caffè».

Un caso specifico comune a gran parte dei pronto soccorso che devono sopperire alla mancanza di una sanità territoriale adeguata. Soprattutto sotto le feste in cui si verificano i picchi influenzali. Basta guardare i numeri di passaggi alla guardia medica per farsi un’idea: durante il ponte di Natale a Torino ci sono stati 2.445 contatti (716 visite e 1.729 consulti telefonici), in quello di Capodanno: 1.520 (461 visite e 1.520 consulti). Per un totale di oltre 16mila chiamate nel mese di dicembre, con un aumento del 20% dell’attività rispetto ai fine settimana classici. A poco servono i 6 medici in più messi a disposizione dall’Asl durante le vacanze di Natale.

I sindacati riuniti, insieme alla Regione, sono riusciti a ottenere oltre 500 assunzioni nel 2024: «Ma ci auguriamo che queste figure entrino in servizio al più presto perché la situazione è disperata» sottolineano da Cgil, Cisl e Uil, insieme ai sindacati degli infermieri, categoria che sta affrontando grandi difficoltà.

«Dobbiamo gestire centinaia di pazienti che si riversano nei pronto soccorso superando ogni limite di capienza, di strumenti a disposizione e di condizioni di lavoro e dove si moltiplicano le ore di attesa e le giornate di boarding, anche fino a 9 giorni» sottolinea il segretario regionale NurSind, Francesco Coppolella. «A causa del sovraffollamento delle strutture sanitarie - aggiunge - pochi infermieri sono andati in vacanza, siamo sempre reperibili, facciamo turni da 12 ore, lavoriamo anche il doppio del nostro orario perché non c’è abbastanza personale: in Piemonte mancano circa 4mila infermieri e a Torino circa la metà».

La richiesta comune dei sindacati pertanto è quella di una presa di posizione a livello politico: «E’ necessario sviluppare al più presto le case di comunità territoriali per non ingolfare i pronto soccorso e garantire l’assistenza ai malati».

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