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il caso

Licenziato per avere mangiato due panini: «Non sono un ladro, avevo solo fame»

L'assurda vicenda di Oberto, lasciato a casa dalla ditta di pulizie

Oberto Barone con in mano la sua lettera di licenziamento

Oberto Barone con in mano la sua lettera di licenziamento

A casa di Oberto Barone in via Parenzo, la lettera di licenziamento in cucina non lascia spazio a interpretazioni: “Con la presente le comunico l’intenzione di risolvere il rapporto di lavoro in termini immediati e per giusta causa”. Questo l’incipit della missiva. Motivo? Basta continuare a leggere: “A causa di avere messo le mani nel cibo non di proprietà dell’azienda durante l’orario lavorativo e avere sottratto del cibo indebitamente”. Ma Oberto si difende: «Non sono un ladro, non ho mai rubato niente in vita mia». E poi aggiunge, ancora incredulo: «Avevo solo fame». Eppure, per avere mangiato due piccoli panini a scuola è stato licenziato.

Per capire questa storia assurda basta riavvolgere il nastro a pochi giorni fa: Oberto Barone, 61 anni, è - o meglio, era - un dipendente della Nidi Service, impresa di pulizie. Il giorno che gli è costato il licenziamento, era in servizio alla Saint Denis School di via San Massimo. Turno dalle 10.30 alle 12, poi un’ora di pausa prima di ricominciare il servizio alle 13. Oberto ha visto dei panini nel cestino, in corridoio. «Gli alunni avevano già mangiato e quel cibo viene quasi sempre buttato nella spazzatura. L’ho visto fare diverse volte», racconta. Preso dalla fame, l’addetto alle pulizie ha afferrato due panini e li ha mangiati. «Non avevo niente per pranzo e non potevo rincasare perché alle 13 ricominciavo il turno». Un gesto che gli è costato carissimo. «Mi ha chiamato il mio capo dicendomi “Vieni subito in ufficio”. Evidentemente qualcuno della scuola lo aveva avvisato». Arrivato in sede, ecco servita la doccia fredda: licenziamento per giusta causa. Oberto è senza parole: «E adesso come faccio? A casa lavoravo solo io, mia moglie prende la pensione di invalidità».

Il 61enne lavorava nell’azienda di pulizia da soli cinque mesi. Gli avevano appena fatto un anno di contratto, dopo le due settimane di prova. E assicura che fino al giorno incriminato non c’erano mai stati problemi: «Mai una lettera o un richiamo da parte della mia ditta. Mi sono sempre comportato bene». E anzi, nella scuola di via San Massimo Barone ha anche recuperato degli oggetti smarriti: «Una volta ho trovato un orologio di un bambino, un’altra volta ho ridato un anello a una dipendente della scuola». La ditta di pulizie, contattata più volte per chiarire la sua posizione in merito alla vicenda del licenziamento, finora non ha mai risposto né ai messaggi, né alle telefonate. Per Barone il solo pensiero è tornare a lavorare: «Non sono un ladro».

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