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La crisi dei motori

Ex Fiat Powertrain, che succede? A casa 111 lavoratori

Lo stabilimento del Gruppo Iveco che progetta e realizza motori agricoli e marini

Ex Fiat Powertrain, che succede? A casa 111 lavoratori

Solo pochi giorni fa il Gruppo Iveco aveva festeggiato gli eccellenti risultati di bilancio e comunicato il premio di produzione per tutti i dipendenti. Oggi, lascia a casa 111 lavoratori. Una doccia gelata, negli ambienti sindacali, soprattutto perché riguarda l'azienda del Gruppo che aveva "la migliore situazione occupazionale".

L'azienda è la Fpt Industrial, con sede in via Foggia, a Torino, dove sono impiegate 1.600 persone. La sigla discende dalla vecchia Fiat Powertrain Technologies, la divisione motoristica della ex Fiat, poi Fca, confluita negli ultimi dieci anni sotto il controllo del Gruppo Iveco. L'azienda si occupa di progettazione e realizzazione di motori per i veicoli industriali, agricoli e quelli marini. La Fpt Racing, un'altra divisione, si occupa invece dei motori per la sezione corse del Gruppo Stellantis, in primis Alfa Romeo ed è fornitore unico di motori per la Formula 3.

Ieri ai sindacati è arrivata la comunicazione: 111 lavoratori in "staff leasing", ossia lavoratori in somministrazione che vengono gestiti dalle Agenzie per il Lavoro, non avranno il rinnovo del contratto e quindi da oggi, venerdì 1 marzo, rimarranno a casa. Il motivo spiegato dall'azienda è il calo degli ordini dei motori per i settori agricolo e marino. I dati delle immatricolazioni del settore, d'altra parte, fanno segnare -17% in Italia, - 5% in Europa e addirittura -21% in Cina.

Doccia gelata, si diceva - arrivata dopo la comunicazione di un 2023 segnato da ricavi per 16 miliardi e 940 milioni di utile -, per i sindacati e in particolare la Fiom che ricorda come a maggio del 2022 fosse stato raggiunto un accordo con Iveco per un "ricambio generale", con ben 406 assunzioni stabili nello stabilimento di via Puglia, praticamente un quarto dell'intera forza lavoro. Un "ricambio generale che adesso si ferma con questa comunicazione".

"Auspichiamo che l’azienda ci ripensi e possa ricollocare i lavoratori in altri reparti o società del gruppo", ha detto Luigi Paone della Uilm. Adesso le organizzazioni sindacali intendono chiedere un incontro ai vertici aziendali, anche per capire il destino di altri 130 lavoratori in somministrazione dello stabilimento. 

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