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08 Marzo 2024 - 09:03
Blitz della polizia locale: chiusi due night club a Torino
Le ragazze erano straniere, la maggior parte provenienti dall’Europa dell’Est. Lavoravano tutte come ballerine nei locali, ma facevano anche altro. E per “altro” si intende prostituirsi, e per questo la polizia municipale, in due blitz, ha messo i sigilli ad altrettanti night di Torino. Si tratta del famoso Samara di via Camerana, alle spalle della stazione di Porta Nuova, e del Miami Lap Dance di via Filippo Burzio, zona San Donato, nei pressi di corso Principe Eugenio. Sfruttamento della prostituzione, questa l’accusa in un’inchiesta aperta dalla Procura di Torino che, attualmente, conta nove indagati tra titolari e dipendenti dei locali. Cinque, gli indagati del Samara tra titolari e dipendenti. Quattro, gli indagati del Miami, il gestore e tre collaboratori, una di queste cameriera.
L’indagine e il blitz
Il blitz degli agenti è scattato dopo che le indagini avevano accertato che, nei privè, c’erano delle attività illecite. Nello specifico, non solo balli privati, ma anche prestazioni sessuali. Prestazioni che poi venivano pagate “a parte” dai clienti alla cassa del locale. E parte dei soldi sarebbero andati anche alle ragazze che offrivano la prestazione al cliente di turno. Gli indagati avrebbero quindi indotto, agevolato, favorito e sfruttato la prostituzione delle giovani che lavoravano come ballerine. Da qui il sequestro preventivo, disposto dal Gip. Il fascicolo aperto in Procura è stato affidato al sostituto procuratore Paolo Scafi. «La nostra posizione è di assoluta contestazione. Il locale del mio assistito è aperto da oltre vent’anni e al suo interno non si è mai svolta un’attività di prostituzione. Anzi le direttive erano chiarissime: nessuna attività extra, nessuna mancia alle ragazze», dichiara l’avvocato Alessandro Praticò, difensore del Miami Lap Dance, mentre il legale del Samara è Andrea De Pasquale.
I precedenti
Non è certo il primo blitz che riguarda Samara e Miami. Giusto prima di Natale, la polizia locale era arrivata nei due night prelevando una ventina di ragazze e portandole negli uffici di via Bologna. Anche in quell’occasione, l’accusa era la medesima, vale a dire sfruttamento della prostituzione, con incontri sessuali a pagamento e parte del guadagno ai gestori. I locali però non erano stati chiusi. E le ragazze si erano difese: «Prostitute? Assolutamente no. Siamo ragazze di sala».
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