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L'inchiesta
13 Marzo 2024 - 10:10
Mentre scavano nel passato della famiglia Agnelli, i magistrati guardano anche al futuro. In particolare, sui tempi per portare a termine l’inchiesta che vede indagati i fratelli Elkann, Gianluca Ferrero e il notaio Urb Von Grueningen: i cinque sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Agenzia delle Entrate, oltre che di dichiarazione fraudolenta sui redditi di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli. Sotto la lente della Guardia di finanza e della procura di Torino ci sono presunte evasioni fiscali per 700 milioni di euro che vanno dal 2015 al 2019. Per questo, sulle indagini, pende la prescrizione. Che, per la truffa, scatta dopo sette anni e mezzo: gli inquirenti hanno la possibilità di sospendere i termini ma devono comunque “correre” per riuscire a istruire il processo e soprattutto portarlo a termine con una sentenza.
Dopo il nuovo sequestro di computer, telefoni e faldoni, infatti, il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pm Mario Bendoni e Giulia Marchetti hanno subito dato il via ai cosiddetti “accertamenti tecnici irripetibili”, già previsti dopo il primo sequestro e bloccati dopo che il Tribunale del Riesame aveva imposto di restituire parte di quanto sequestrato. Ora, con il nuovo decreto, si possono affidare le consulenze agli esperti che analizzeranno computer e telefoni per cercare documenti, messaggi ed e-mail: il primo obiettivo è trovare corrispondenza legata agli spostamenti di Marella Caracciolo e alla presunta truffa sulla sua permanenza in Svizzera, considerata fittizia dagli inquirenti.
Che ci fosse una strategia a riguardo, d’altronde, lo dice anche un documento trovato nella cantina dello studio del commercialista Ferrero: si fa riferimento a una signora X e alla sua impossibilità di vivere a Saint Moritz per ragioni di salute. Ma bisogna «trovare una valida prova e creare una storia pertinente e plausibile (se non vera)» per mantenere la residenza in Svizzera della donna, in modo che il patto successorio e l’eredità restino di competenza delle autorità svizzere. Anche perché «la signora Y metterà in dubbio la giurisdizione». Inevitabile pensare a Marella Caracciolo e alla figlia Margherita Agnelli, che sta facendo la guerra alla sua famiglia proprio su questi temi.
In ballo ci sono l’eredità dell’Avvocato e della sua vedova ma anche le quote della Dicembre, su cui indaga ora la procura di Torino: molti dei faldoni sequestrati riguardano proprio la società definita la “cassaforte degli Agnelli”, cui fanno capo tutte le aziende degli Elkann (comprese Exor e Stellantis). I pm analizzeranno tutti i documenti per capire i vari passaggi di quote, a partire da quelle trasferite dalla nonna Marella ai nipoti John, Lapo e Ginevra: il dubbio è che non le abbiano pagate.
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