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L'ALLARME

La crisi affossa gli agenti di commercio: «Persi 2.200 posti di lavoro in 10 anni»

Preoccupa l’analisi di Confesercenti: «Influiscono anche le difficoltà di Mirafiori e dell'indotto dell'auto»

La crisi affossa gli agenti di  commercio: «Persi 2.200 posti di lavoro in 10 anni»

Preoccupa l'analisi fatta dall'Osservatorio della Confesercenti Torino e Piemonte sugli agenti di commercio, categoria in forte difficoltà: negli ultimi dieci anni è diminuito di oltre 2.200 unità il numero degli agenti in Piemonte, pari all’11,8%. A Torino città è stato di quasi 600 (-12,2%) che diventano oltre 1.100 con la provincia. Tra i motivi dell'assenza di nuovi posti di lavoro nel settore c'è anche la crisi dell'industria, con Stellantis che produce sempre meno auto a Mirafiori e riduce i consumi.  E' quanto emerso dal convegno di Confesercenti organizzato questa mattina al Mao. 

"In 10 anni le nuove aperture commerciali si sono ridotte del 70% e quindi Confesercenti ha cercato di mettere in pista alcune iniziative per far sì che questo non avvenga, una di queste è la cassa del microcredito che cerca di provare a finanziare quelle imprese che il normale sistema bancario non finanzierebbe. Abbiamo anche fatto uno sforzo forte rinnovando il contratto di settore insieme a Confcommercio con l'intento di rilanciare i consumi, ma senza stipendi adeguati è difficile" sottolinea il presidente di Confesercenti Torino, Giancarlo Banchieri, intervistato a margine del convegno. 

Tra i motivi della crisi: "la concorrenza con l'online e la grande distribuzione" ma anche una situazione di difficoltà della nostra economia, con Stellantis che non produce abbastanza auto a Mirafiori e non genera abbastanza lavoro: "Certamente la crisi di Mirafiori e dell'automotive ha un impatto negativo - evidenzia Banchieri - perché un'economia viva sostiene in consumi, un'economia in frenata no". 

MENO REDDITO, PIÙ COSTI

Dai dati dell’Ufficio studi di Confesercenti emerge che il reddito lordo medio di un agente è calato di oltre 10mila euro annui in 10 anni. Nel 2023 si è attestato fra i 40mila e i 45mila euro: una condizione che riguarda l’80% dei soggetti, a esclusione quindi delle "punte" verso l’alto e verso il basso. A questi si aggiunga un aumento dei costi di gestione dell’attività quasi il 15%, soprattutto dovuto all’aumento dei carburanti, essenziali per una professione che ha l’auto come elemento imprescindibile. Dieci anni fa il reddito medio superava i 55mila euro. L’erosone del reddito - secondo l'analisi - è avvenuta soprattutto negli ultimi anni a partire del 2020 (anche a causa del Covid).

I SETTORI PIU' IN CRISI 

Particolarmente colpiti l’abbigliamento, i macchinari industriali, la pubblicitàl’hi-fi professionale, il settore finanziario (alti tassi e quindi meno mutui e prestiti alle famiglie, e meno finanziamenti alle imprese). Ovviamente le difficoltà di un settore economico si ripercuotono sugli agenti che lavorano in quel settore: dunque, in termini più generali, in questi hanno particolarmente sofferto gli agenti che operano con il commercio di vicinato, la crisi dei piccoli negozi riguarda anche loro.

ALLARME PRECARIATO 

Un altro aspetto della precarizzazione della professione riguarda i contratti, la cui durata media sta diminuendo sensibilmente: i dati degli ultimi anni dimostrano come oltre il 60% degli attuali contratti di agenzia non superi i 5 anni e, per coloro che hanno iniziato da poco l’attività, il turn-over aumenti ancora.

"La stragrande maggioranza di queste imprese - spiegano da Confesercenti - sono micro e affrontano con difficoltà il mondo del lavoro, anche perché oltre il il 70% degli agenti ha una sola proponente". 

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