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Il caso

Caccia allo stupratore senza volto. E nel borgo ora monta la paura

I carabinieri sperano nelle telecamere mentre i residenti si sfogano: «Questa zona è diventata invivibile»

Caccia allo stupratore senza volto. E nel borgo ora monta la paura

E’ caccia all’uomo senza volto che ha stuprato una donna di 29 anni in un androne di corso Racconigi 143, la notte fra lunedì e martedì. I carabinieri sperano di trovare telecamere di videosorveglianza funzionanti mentre nel quartiere montano di nuovo polemiche e paura: «A Pasqua stavano per ammazzare un ragazzo, ora questo: questa zona è diventata invivibile» commenta chi abita fra corso Racconigi e la vicina via Di Nanni, dove un 25enne argentino è stato sfigurato al volto con un coccio di bottiglia.

Stavolta la vittima è una senzatetto originaria di San Mauro, soccorsa da un uomo che l’ha vista a terra in lacrime: «Mi hanno violentata, aiutami» gli ha detto, aggiungendo «mi ha preso tutto, anche il mio corpo». Lui l’ha soccorsa e ha chiamato il 112: «E’ venuto a chiedere una bottiglia di acqua perché quella ragazza era in stato confusionale» racconta la barista del King di piazza Robilant, a pochi passi dal luogo dello stupro.

Sono arrivati i carabinieri del Nucleo radiomobile e l’ambulanza che ha accompagnato la donna all’ospedale Sant’Anna, dove i medici hanno confermato lesioni compatibili con una violenza sessuale. Poi è stata dimessa e i militari della stazione Mirafiori hanno raccolto la sua querela: «Era un uomo robusto e di mezza età, con addosso una maglietta chiara» ha raccontato.

Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Cesare Parodi, scavano anche fra le conoscenze della 29enne, che avrebbe un passato da tossicodipendente. Quindi non si esclude che la violenza sia legata al mondo della droga. Ma lei assicura: «Non l’avevo mai visto prima». Lo stupratore l’avrebbe seguita e spinta dentro l’androne con forza prima di violentarla senza che nessuno sentisse nulla: «Mi ha tappato la bocca con una mano». 

Fra chi vive e lavora in zona, intanto, monta la paura: «Il borgo non è più sereno come una volta, bisogna stare attenti» si sfoga una commessa. «Diciamo di continuo che qui è invivibile» aggiunge un residente. Lo ribadiscono anche consiglieri della Circoscrizione 3 come Anna Vadalà (Lega): «Passaggi frequenti e un presidio delle forze dell’ordine servirebbero come deterrente. Bisogna consentire alle donne di tornare a casa senza paura». Per Davide Scanavino (Torino Bellissima) «Borgo San Paolo è ormai un quartiere a rischio, siamo oltre il limite». Replica Francesca Troise, presidente della Circoscrizione: «Voglio esprimere la mia solidarietà a quella ragazza e dirle che siamo a disposizione. Ma la violenza sulle donne è un problema di tutta la nostra società maschilista e non basta la sola repressione per dare sicurezza».

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