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IL CASO
24 Aprile 2024 - 18:51
Una casa su due da rifare a Torino a causa della nuova normativa europea "Case Green". Un duro colpo per il bilancio delle famiglie torinesi e per il patrimonio immobiliare della città che, nonostante il Superbonus, continua a essere vetusto. A lanciare l'allarme è Confartigianato Piemonte: «Più del 50% delle case ha Torino ha più di 45 anni e la maggior parte degli edifici residenziali in Piemonte rientra nelle fasce energetiche più basse, questo vuol dire che nel nostro capoluogo e nella nostra regione bisogna rifare un immobile su due». In totale dovrebbero essere quasi 900mila gli immobili da ristrutturare in Piemonte per essere adeguati a gli standard alla nuova normativa. E secondo le prime stime la spesa potrebbe oscillare tra un minimo di 20-30 mila euro a famiglia fino a un massimo di 50-60mila euro.
COSA PREVEDE LA NORMATIVA
La nuova direttiva “Case Green”, approvata dall’Ecofin, la riunione dei ministri dell’economia degli Stati Ue, con voto contrario di Italia e Ungheria, prevede diversi obiettivi relativi al miglioramento delle prestazioni energetiche nell’edilizia con la riduzione di gas serra e consumi energetici entro il 2030, e neutralità climatica entro il 2050 (immagine sopra). I primi obiettivi rimangono comunque una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e una diminuzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 20-22% entro il 2035. Non saranno più incentivate le caldaie a gas o a combustibili fossili a partire dal 2025. In base a questa direttiva, secondo le stime di Ance, in Italia sarebbero ben 9 milioni le case da adeguare.
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L'APPELLO AL GOVERNO
«La conversione della direttiva sulle case Eco Green pone al Governo di risolvere un grosso problema: la mancanza delle risorse da parte dei cittadini per ristrutturare il loro patrimonio immobiliare» sottolinea il presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis. «Chiediamo pertanto che il Governo apra un tavolo di confronto con le associazioni di categoria, prima della conversione della direttiva per permettere di pianificare alcune linee di intervento, tra cui gli incentivi per le ristrutturazioni in una percentuale superiore a quella ad oggi prevista del 50% e la garanzia che non vengano comminate sanzioni a coloro che non intendono ristrutturare i propri immobili».
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