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Piantedosi a Torino: «Riformiamo la polizia locale. Ora più poteri ai vigili»

Il capo del Viminale: «Le proteste nelle università? No alla violenza. La nostra gestione è equilibrata»

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, questa mattina in Prefettura a Torino

Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, questa mattina in Prefettura a Torino

Riforma delle autonomie locali (che Piantedosi ha definito «sotto stress») e più poteri alla polizia locale. Sono i punti principali toccati questa mattina in Prefettura a Torino dal ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del seminario “Riforme e carta europea dell’autonomia locale: principi e prospettive”, organizzato dal Viminale in collaborazione con l’università Alma Mater di Bologna e la Prefettura di Torino. A fare gli onori di casa, il prefetto Cafagna. Presenti anche il questore Ciarambino, il governatore Cirio, l'assessore regionale Ricca, la vicesindaca Favaro e il rettore dell'università Geuna

«Stiamo attuando un processo riformatore delle autonomie locali, che ha già avuto un primo passaggio qualche mese fa in Consiglio dei ministri. Il sistema delle autonomie - ha detto Piantedosi - è sotto stress, a partire dal problema causato dal disinvestimento sul capitale umano. Ma l'apporto delle autonomie locali è indispensabile per mantenere in vita la democrazia». Per cui ecco l'avvio di un iter per le riforme. Il disegno di legge prevede alcuni punti cruciali, fra cui forme di accompagnamento dei comuni - anziché il loro scioglimento - nel caso di infiltrazioni mafiose «nell'ottica della salvaguardia democratica della volontà espressa dai cittadini con il voto», ha aggiunto il ministro.

Poi c'è la legge delega di riforma della polizia locale. «Si punta a far assumere alla polizia locale un ruolo più forte e definito», ha dichiarato Piantedosi. Il quale non si è detto preoccupato del fatto che le proteste in corso in America (ma anche in Francia) nelle università sul conflitto in Medio Oriente possano investire l'Italia (e Torino). «Serve trovare un punto di equilibrio. Manifestare sì, ma mai eccedere nella violenza. Ad ogni modo, stiamo gestendo le proteste in modo equilibrato». 

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