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10 Giugno 2024 - 12:04
Francesco Ferrara, imprenditore 48enne di Rosta, è uno degli otto arrestati
Lo chiamavano "il boss dei mercatini", anche se lui questo appellativo non lo amava particolarmente. Gli piaceva invece essere definito il "re dello street-food", visto che dopo avere iniziato nel 1995 a Rosta con una bancarella di formaggi e salumi si era auto-dichiarato nel 2014 «inventore di Amsterdam Chips», la nota catena di patatine fritte olandesi in Italia. E invece adesso è in carcere Francesco Ferrara, 48enne imprenditore arrestato nell'ambito dell'operazione eseguita questa mattina all'alba dalla polizia a Torino e che ha visto impegnate numerose unità del Servizio Centrale Operativo, delle S.I.S.C.O. di Torino e di Milano Brescia, Bologna e Genova e del Reparto Prevenzione Crimine di Torino. Ferrara Nel 2014 ha fondato la nota catena Amsterdam Chips fatturando 4,9 milioni il primo anno. Ed era arrivato ad avere fino a 150 dipendenti. «Non sono un boss, sono solo un uomo influente», dichiarava anni fa in passate interviste. E invece, un boss amico Francesco Ferrara ce l'aveva eccome: Giacomo Lo Surdo. E grazie proprio alla protezione di Lo Surdo, Ferrara esercitava, nei confronti dei suoi collaboratori, creditori e debitori una forte intimidazione che spesso culminava in atti violenti o in reiterate minacce, scegliendo in base al profilo della vittima. Un ex collaboratore di Ferrara che con un'azione legale aveva chiesto il pagamento di circa 20mila euro di provvigioni per l'attività svolta è stato infatti vittima di un agguato per costringerlo a rinunciare alla querela. La vittima è stata picchiata e minacciata, anche con una corda al collo. Francesco Ferrara ora è in carcere a Torino su disposizione del gip Giorgia De Palma, che ha accolto le richieste della pm Manuela Pedrotta. L’accusa per lui è estorsione con metodo mafioso nei confronti di ex dipendenti.
«L'attività investigativa si è sviluppata da uno stralcio di un'importante indagine svolta a Torino che riguarda il calcio-scommesse, dalle quali emergeva la figura di un noto imprenditore torinese (appunto Ferrara, ndr) attivo soprattutto nell'ambito della produzione di caffè», spiega Luca Izzo, delle Sezioni Investigative del Servizio Centrale Operativo della polizia. «In particolare, l'imprenditore avvalendosi di un noto pregiudicato legato a ambienti di criminalità organizzata, noto per essere anche un ex ultras (Lo Surdo, ndr) aveva di fatto monopolizzato quello che era il controllo del territorio attraverso azioni particolarmente violente che avevano suscitato allarme nella Bassa Val di Susa», aggiunge Izzo.
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