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09 Luglio 2024 - 21:45
La ex première dame di Francia, la torinese Carla Bruni, è indagata nel caso della clamorosa ritrattazione del faccendiere Ziad Takieddine, grande accusatore del marito ed ex presidente Nicolas Sarkozy, nel mirino per la vicenda dei finanziamenti libici per la sua vittoriosa campagna elettorale del 2007.
Carla Bruni è sospettata di sfruttamento di corruzione di testimone e partecipazione ad associazione per delinquere allo scopo di truffa alla giustizia. Alla moglie dell'ex presidente della Repubblica francese sono state imposte misure di vigilanza come il divieto di entrare in contatto con tutti i protagonisti della vicenda, ad eccezione del marito. Nella complicata vicenda, Bruni è anche stata posta sotto lo statuto di testimone informato per il reato di associazione per delinquere allo scopo di corrompere personale giudiziario di un altro stato, in Libano.
Alla base della vicenda ci sarebbe l'operazione "Sauver Sarko" (cioè "salvare Sarko" in francese), nome in codice dell'organizzazione che nel 2020 mirava a minimizzare le responsabilità dell'ex presidente nella vicenda del finanziamento libico della sua campagna, per la quale comparirà in tribunale a partire da gennaio 2025. L'obiettivo numero uno era ottenere che Ziad Takieddine, principale accusatore di Sarkzy, ritrattasse le accuse. Prima sui media - con un`intervista a Paris Match e una dichiarazione a BFM TV - poi nell'ufficio di un notaio incaricato di recapitare un documento ufficiale alla giustizia francese. Takieddine avrebbe dovuto essere pagato lautamente per ritrattare le accuse (si è parlato di 600mila euro) perché dal 2012 era il principale testimone a carico di Sarkozy sull'inchiesta relativa ai finanziamenti libici. Ma, all'improvviso, fu protagonista di un clamoroso voltafaccia e dichiarò che l'ex capo dello stato non aveva "preso un centesimo, cash o non cash, per le elezioni presidenziali" del 2007 da parte dell'allora leader libico Muammar Gheddafi. Poche settimane più tardi, cambiò di nuovo versione, smentendo la ritrattazione.
Dall'indagine è emerso il ruolo centrale di Mimi Marchand, protagonista popolarissima della stampa "people" francese, molto amica di Carla Bruni. Le indagini si sono quindi orientate sulla ex premiere dame e la polizia trovato indizi importanti a carico delle due donne e del loro coinvolgimento nel tentativo di "salvare Sarko". Anche se, rispondendo agli inquirenti sul perchè nel 2020 frequentasse così spesso casa Sarkozy, Marchand aveva risposto che a andava solo trovare la sua amica Carla. Ma l'accusa è che fosse una "volontà di dissimulare" questi contatti, dal momento che Bruni cancellò dal suo cellulare tutti i messaggi con l'amica proprio il 5 giugno 2021, giorno in cui la Marchand ha saputo di essere indagata.
In sostanza l'ex modella torinese è sospettata di aver fatto da trait d'union fra i protagonisti della vicenda.
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