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A Casale Monferrato
07 Agosto 2024 - 10:11
Foto di repertorio (credit Bernau)
Il Tribunale di Vercelli ha condannato l'Inail a risarcire Rita Sempio, vedova di Vincenzo Patrucco, morto a 67 anni per un mesotelioma pleurico dovuto all’esposizione all’amianto durante la sua attività lavorativa.
Ora la donna, assistita dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, riceverà una rendita mensile di 1.740 euro, oltre le maggiorazioni del Fondo Vittime Amianto, e tutti gli arretrati a partire dal giorno dopo il decesso del marito, per una cifra di circa 150mila euro (calcolo ONA) che saranno erogate anche a tutti gli eredi (oltre al pagamento delle spese di giudizio per 4.500 euro).
Vincenzo Patrucco era nato a Casale Monferrato e ha lavorato come operaio trasportatore di carico e scarico di cemento ed eternit nella ditta locale S.E.A. (Scavi Estrazioni Autotrasporti), nella società Gaiero spa e nella ditta Marco Vacca. Durante questo lungo periodo è stato esposto quotidianamente all'asbesto senza adeguati dispositivi di protezione. Prima dell'introduzione della Legge 257/92, infatti, il minerale era ampiamente utilizzato per rivestire tubazioni e isolare sistemi termici e acustici, oltre che nelle guarnizioni e nei componenti dei freni.
È l’aprile del 2016 quando Vincenzo riceve la diagnosi di mesotelioma pleurico, una grave forma di cancro causata dall'inalazione di fibre di amianto che causa la sua morte dopo pochi mesi, a luglio 2016. Poco dopo la vedova si vede respingere dall’Inail il riconoscimento della malattia professionale e si affida all'avvocato Bonanni per presentare ricorso, discusso davanti ai giudici del lavoro di Vercelli.
In udienza Inail si è difesa sostenendo che fosse "escluso il nesso causale tra la malattia professionale riconosciuta al signor Patrucco e il decesso avvenuto per emorragia cerebrale". Ma, oltre alle prove dell'esposizione all'amianto, la perizia del consulente tecnico d'ufficio, Aurelio Nuccio, ha concluso che "il decesso sia stato concausato dagli effetti disfunzionali delle lesioni di natura professionale da cui era affetto". Per questo il Tribunale di Vercelli ha accolto le istanze del legale e ha condannato l’ente all’indennizzo: «L’Inail continua a negare il riconoscimento del mesotelioma causato dall’amianto e costringe i familiari dei defunti a intraprendere lunghe azioni giudiziarie – commenta Bonanni, che annuncia – La nostra battaglia non finisce qui, agiremo per avere dall’Inps anche le maggiorazioni contributive e la riliquidazione della pensione di reversibilità».
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