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CARCERI
14 Agosto 2024 - 08:00
Foto di repertorio
È stata una notte di tensione e paura quella di lunedì nella Casa circondariale di Vercelli, quando un detenuto straniero, visibilmente alterato dall'alcool, ha dato vita a una serie di atti di autolesionismo e violenza nei confronti del personale penitenziario. La situazione è degenerata al punto che l’uomo ha minacciato per ore gli agenti con lamette e rudimentali oggetti da taglio, per poi aggredirli fisicamente.
La situazione è esplosa dopo la comunicazione di una sanzione disciplinare nei confronti del detenuto, già noto per comportamenti violenti. Secondo quanto riferito da Vicente Santilli e Mario Corvino, rispettivamente segretario e vice del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il detenuto nordafricano, in stato di ebbrezza a causa di alcool ricavato illegalmente dalla macerazione della frutta in cella, ha iniziato una protesta violenta, minacciando il personale con oggetti da taglio e infliggendosi lesioni sul corpo. «Nonostante il tentativo immediato della Polizia Penitenziaria di contenere la situazione con un’opera di mediazione», hanno spiegato i sindacalisti, «l’uomo ha reagito con ulteriore violenza, aggredendo alcuni poliziotti con calci e pugni». Gli agenti, che hanno cercato di gestire la crisi senza ricorrere alla forza, hanno comunque subito lesioni, sebbene non siano stati riportati dettagli specifici sul numero e la gravità degli infortuni.
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece, ha espresso una dura critica verso le politiche penitenziarie attuali, definendole responsabili dell'aumento di episodi di violenza nelle carceri. «Basta!», ha tuonato Capece, puntando il dito contro ciò che definisce “ipergarantismo”, ovvero una gestione troppo permissiva dei detenuti, con misure come la vigilanza dinamica e il regime aperto, che permettono ai reclusi di trascorrere gran parte del tempo fuori dalle celle senza alcuna attività produttiva. Secondo Capece, queste politiche hanno portato a una crescita esponenziale della violenza, soprattutto da parte di detenuti stranieri e con problemi psichiatrici.
Capece ha inoltre sollecitato una revisione delle misure adottate dopo la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, chiedendo la riapertura di strutture simili, ma con regole e gestioni nuove, ritenendole necessarie per affrontare adeguatamente i detenuti con disturbi mentali. Ha anche invocato una politica più severa per l'espulsione dall'Italia dei detenuti violenti di origine straniera.In conclusione, il leader del Sappe ha richiesto alle Autorità competenti di dotare al più presto la Polizia Penitenziaria di strumenti di difesa adeguati, come il taser, per far fronte alle crescenti minacce alla sicurezza degli agenti all'interno delle carceri.
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