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Al Sestriere il locale che non chiude mai festeggia i 1.000 giorni consecutivi di apertura

Dal 2 gennaio 2022 serranda sempre alzata e zero giorni di vacanza. Tutto per "colpa" del Covid...

Al Sestriere il locale che non chiude mai festeggia i 1.000 giorni consecutivi di apertura

Al Sestriere il locale che non chiude mai festeggia i 1.000 giorni consecutivi di apertura

Il cartello “Chiuso per ferie” l’hanno appallottolato e usato per alimentare la stufa. Non sappiamo se esiste un “guinness” per il maggior numero di giorni di apertura consecutiva di un esercizio commerciale, ma se ci fosse al Sestriere, in provincia di Torino, avremmo un serio candidato. Si tratta del bar ristorante “Pinky”, uno dei locali più celebri della stazione sciistica, che domani, il 28 settembre, festeggerà il millesimo giorno di apertura consecutiva.

Non esiste festa per Martina Carotta e per i suoi dipendenti. Dal 2 gennaio 2022, tutti i giorni, uno di loro ha alzato la serranda per accogliere i clienti. Tanti, tantissimi durante l’inverno. Pochi, a volte pochissimi fuori stagione. Ma non importa: «Il Pinky è sempre aperto - spiega la titolare - e questa è diventata una certezza per i nostri clienti. Loro sanno che in qualunque giorno, se hanno voglia di fare una gita, possono salire al Sestriere e venire da noi, anche solo per prendere un caffè». Non si chiude mai, neanche durante le feste comandate: e se è ovvio che, in una stazione sciistica, sia così a Natale e a Capodanno, meno lo è ad esempio l’1 Maggio e nei giorni successivi, quando gli impianti hanno appena chiuso, la neve si sta sciogliendo, in montagna non si può sciare e neanche andare in bici o a piedi e fuori dalle vetrine, sulla centralissima piazza Fraiteve, non si vede passare anima viva. «Tutti pensano che i mesi peggiori dal punto di vista turistico, qui in montagna, siano ottobre e novembre - spiega infatti la titolare - ma non è così: è maggio. Ma noi non cediamo neanche in quelle settimane».

42 anni, un marito, Gerolamo Lodi, tre figli di 15, 10 e 8 anni, e una vita a Milano. Ma nel 2021 la decisione di fare il grande salto: «L’ex gestore – racconta – era un nostro carissimo amico, testimone di matrimonio. Quell’anno purtroppo è mancato e la moglie aveva deciso di vendere il locale. Ci siamo detti che non doveva andare a uno sconosciuto e ci siamo lanciati». L’inizio non è stato dei più facili, anche perché quello era il periodo del Covid e districarsi tra un divieto e l’altro era complicato. «A capodanno abbiamo avuto un controllo e ci hanno sanzionati perché alcuni clienti ballavano senza mascherina: avevamo appena aperto e ci hanno dato una maxi multa e chiuso in altissima stagione». Dalla rabbia è nata la decisione da “record” : «Il 2 gennaio abbiamo riaperto e mi sono detta “Ci avete chiuso? E allora adesso non chiuderò mai più, neanche un giorno”». Detto, fatto. Da quel giorno il caffè o la pizza al Pinky sono tra le poche certezze per chi sale ai 2mila metri del Sestriere, con il sole o con la neve, durante la settimana o nel week end. «Anche perché le spese fisse sono enormemente più alte di quelle variabili e quindi alla fine anche un incasso minimo è sempre meglio di niente».

Pinky Sestriere interno

Ai dipendenti (6 a tempo indeterminato, 4 stagionali) ovviamente la turnazione garantisce le meritate vacanze. Ma per la titolare non è così: «Quest’anno siamo andati con i figli due giorni al mare in Costa Azzurra – sorride – ma ho lavorato anche da lì, al telefono con i fornitori. Ma i bambini sono rimasti tre mesi in montagna con noi, per loro già questa è una bellissima vacanza». Però non ci sono rimpianti: «Certo, riuscire a far coesistere le esigenze della famiglia con quelle del lavoro non è semplice – conclude – ma la vita in montagna è bellissima. E, in fondo, tra Sestriere e Milano ci sono solo 3 ore di auto».

Martina Carotta Pinky

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