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Lo accoltella sul bus 72 ma "non ricorda" di averlo fatto: «Ha un vuoto di memoria»

L'episodio il 14 agosto in corso Mortara. Ieri, nell'incidente probatorio, la vittima ha riconosciuto l'aggressore

La polizia scientifica sul luogo del tentato omicidio

La polizia scientifica sul luogo del tentato omicidio

Si sono incontrati ieri mattina per la prima volta dopo quel drammatico pomeriggio del 14 agosto, quando la loro lite era finita a coltellate a due passi dal Parco Dora. Un’aggressione avvenuta sul bus della linea 72, per la quale era poi stato fermato dagli agenti di polizia Orges Kapinova, 27 anni, di nazionalità albanese. Finito in carcere, il 27enne straniero è indagato per tentato omicidio, per avere inferto i fendenti a un 28enne italiano che poi era stato ricoverato all’ospedale San Giovanni Bosco. Ieri, presso la Casa circondariale Lorusso e Cutugno è avvenuto l’incidente probatorio, chiesto dal pubblico ministero Giovanni Caspani, titolare del fascicolo in procura, e finalizzato al riconoscimento del colpevole del tentato omicidio alla vigilia di Ferragosto, alla rotonda di corso Mortara angolo via Livorno. E la vittima, difesa dall’avvocato Alberto Bosio, durante l’udienza nell’aula del carcere delle Vallette ha effettivamente riconosciuto colui che l’ha aggredita quel pomeriggio. E a riconoscere Orges Kapinova non è stato solo il 28enne accoltellato, ma anche altri quattro testimoni, chiamati come persone informate sui fatti. 

Nel corso dell’udienza che si è tenuta alle Vallette, Orges Kapinova è però apparso spaesato, disorientato. Difeso dall’avvocato Manuel Perga, l’uomo accusato del tentato omicidio sul bus in corso Mortara a Ferragosto non ha ricordato l’episodio. Motivo? Vuoti di memoria, forse cagionati da una depressione di cui il 27enne albanese soffrirebbe dopo i fatti della vigilia di Ferragosto. L’aggressore era stato fermato lo scorso 17 agosto dai poliziotti, appena tre giorni dopo i fattacci sul bus 72. Vagava per la strada in stato confusionale e addosso aveva gli stessi vestiti del pomeriggio in cui era avvenuto l’accoltellamento. Il 27enne era stato immortalato dalle telecamere a circuito chiuso presenti sul bus del Gtt e gli investigatori lo avevano identificato già poche ore dopo l’aggressione, proprio grazie a quei frame e alle testimonianze degli altri passeggeri a bordo del mezzo pubblico. Ma le sue tracce si erano perse, perché era riuscito rapidamente ad allontanarsi dall’autobus in sosta non appena l’autista aveva aperto le porte per facilitare i soccorsi.

Una contesa, quella tra l’albanese e l’italiano, finita nel sangue per colpa di uno zaino. Sarebbe stata questa l'origine dell'accoltellamento. L'aggressore, infatti, voleva probabilmente rubare lo zaino alla vittima e l'ha accoltellata. Poi ha fatto perdere le proprie tracce correndo lungo corso Mortara. Subito erano partite le indagini da parte della Squadra mobile della questura, mentre l’aggredito era stato trasportato dall’ambulanza all’ospedale San Giovanni Bosco. Per fortuna, non è mai stato in pericolo di vita anche se era arrivato al presidio in codice rosso. Il primo a soccorrere il 28enne italiano era stato un giovane che transitava alla rotonda con lo scooter. Il motociclista, vista la scena, aveva fermato il motorino e prestato i primi soccorsi all’accoltellato, utilizzando uno straccio per tentare di fermare l’emorragia di sangue. Il ferito, infatti, perdeva moltissimo sangue a causa del taglio alla gola. Sangue che era presente in grande quantità anche sul pullman 72 del Gtt.

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