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la decisione

Migrante morto al Cpr, archiviazione per i poliziotti e il medico

L'inchiesta dopo che Moussa Balde si era tolto la vita nel maggio 2021 al centro di corso Brunelleschi

Il Cpr di corso Brunelleschi

Il Cpr di corso Brunelleschi

Archiviazione per quattro poliziotti indagati nell'ambito di un'inchiesta sul Cpr di corso Brunelleschi dopo il suicidio, nel 2021, di Moussa Balde. A disporre il provvedimento, la giudice Ersilia Palmeri. Cadono quindi le accuse a carico di Michele Sole, a capo dell'Ufficio immigrazione, accusato di sequestro di persona e falso ideologico, dei funzionari Giuseppe Gentile, accusato di sequestro in concorso e Francesco Gigante, indagato anche lui per sequestro, falso e morte come conseguenza di altro delitto, e dell'ispettore Antonino Di Benedetto, accusato di falso. Archiviata anche la posizione del medico Enrico Donegani, che doveva rispondere di lesioni colpose con il responsabile sanitario Fulvio Pitanti.

Il giudice ha così accolto la richiesta della procura e ha rigettato l'opposizione dei familiari di Moussa Balde, difesi dall'avvocato Gianluca Vitale. Balde, 23enne guineano, il 22 maggio 2021 si era tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo all'interno del bagno della cella dov'era rinchiusodopo nove giorni di isolamento, in uno degli "ospedaletti" del Cpr. Proprio su questi ospedaletti ruotava l'inchiesta. Per il gip non ci sarebbe stato un uso improprio di queste strutture in quanto «non esistevano altre strutture idonee a raggiungere concretamente obiettivi di tutela personale o collettiva».

Sempre secondo il gip le «gravi criticità nella gestione e idoneità dei locali del Cpr da parte di tutti gli enti e responsabili preposti e non sono perseguibili penalmente per difetto di specifica copertura sanzionatoria». Infine i funzionari dell'Ufficio immigrazione, a cui i magistrati avevano chiesto una relazione sull'uso degli "ospedaletti", non avrebbero commesso il falso, ma avrebbero dato un atto incompleto e al massimo evasivo. Per il caso di Moussa Balde il gip, la scorsa settimana, aveva disposto due rinvii a giudizio. Il processo si aprirà nel febbraio 2025 e riguarderà la direttrice delegata di Gepsa, la società che gestiva la struttura, e un medico. Un altro ispettore di polizia, accusato di falso aveva patteggiato un anno di reclusione.

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