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L'inchiesta

Eredità Agnelli, nuovo blitz: caccia ai documenti dell'Avvocato

Nuova perquisizione nello studio Grande Stevens per l'indagine sui fratelli Elkann

Eredità Agnelli, nuovo blitz: caccia ai documenti dell'Avvocato

Nuovo blitz di guardia di finanza e procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta sull'eredità Agnelli, che vede indagati John Elkann, i suoi fratelli Lapo e Ginevra, il notaio Urs von Grueningen e lo storico commercialista Gianluca Ferrero (che è anche l'attuale presidente della Juventus): la novità è la perquisizione nelle sedi dello studio legale Grande Stevens di via del Carmine 2 a Torino, avvenuta nella mattinata di ieri ed effettuata dal nucleo di polizia economico finanziaria, guidata dal colonnello Alessandro Langella, alla presenza del procuratore aggiunto Marco Gianoglio, i sostituti Mario Bendoni e Giulia Marchetti e di rappresentanti dell'Ordine degli avvocati (come previsto dal Codice di procedura penale in caso di perquisizioni in studi legali).

Franzo Grande Stevens, oggi 95enne, è soprannominato “l’avvocato dell’Avvocato” ed è citato negli atti dell'indagine per frode fiscale e truffa ai danni dello Stato, in cui la Procura ha messo nel mirino la residenza fittizia di Marella Agnelli, vedova dell'Avvocato (inchiesta partita dopo la denuncia di Margherita Agnelli). In ballo ci sono decine di milioni di tasse non pagate ma anche gioielli, quadri e Providenza Settlement e Settlmenet Due, fondi custoditi alle Bahamas: da oltre 29 milioni di rendita vitalizia che Marella versava alla figlia Margherita nell'ambito dei patti successori a circa 116,7 milioni in redditi di capitali, cui si aggiungono oltre 32 milioni su un asse ereditario di oltre 800 milioni.

Grande Stevens, non indagato, negli atti è definito «storico consulente e persona di fiducia di Gianni Agnelli, nonché suo esecutore testamentario». Le perquisizioni sono avvenute nelle sedi del suo studio legale perché lì aveva sede la fiduciaria che controllava la Dicembre, storica cassaforte di famiglia: attraverso quella società, John Elkann controlla l'accomandita Giovanni Agnelli B.V. e a cascata la holding Exor, azionista tra le altre di Stellantis, Juventus e Ferrari. John Elkann ha il 60% della Dicembre, i suoi fratelli Lapo e Ginevra il 20% ciascuno. 

Ma come sono arrivati a ottenere queste quote da nonno Gianni e nonna Marella, saltando la madre Margherita? Sarebbe questa la domanda cui vogliono rispondere gli inquirenti con le perquisizioni. La loro ipotesi è che i contratti con cui Marella Agnelli ha ceduto, nel 2004, la nuda proprietà delle quote siano “carenti degli originali, incompleti, alterati e falsificati, con indizi concreti circa l’assenza dell’effettivo pagamento del prezzo delle quote”. Un fatto che, se confermato, aumenterebbe l’imposta sulle successioni non pagata allo Stato. 

Per questo la Procura contesta un ulteriore reato, la falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, per la Declaratoria relativa alla composizione e struttura della Dicembre società semplice del 30 giugno 2021, depositata all’Ufficio del Registro delle imprese. Tra i firmatari, oltre agli Elkann e a Ferrero, c'è il notaio Remo Maria Morone, formalmente iscritto nel registro degli indagati.

Sul nuovo sequestro intervengono, con una nota, i legali degli Elkann: «Nessuno dei fratelli Elkann figura tra i destinatari delle perquisizioni disposte dalla Procura di Torino, per cui essi non sono a conoscenza degli elementi che fondano questa nuova iniziativa del pubblico ministero, che segue gli innumerevoli tentativi - sinora tutti respinti dai giudici - di Margherita Agnelli di sovvertire le volontà dei suoi genitori. Tuttavia i nostri clienti ribadiscono la certezza della legittimità di tutti gli atti relativi alla Dicembre e sono certi di poter provare nelle sedi opportune la correttezza del proprio operato. L’attuale assetto della Dicembre, così come il ruolo in essa ricoperto da John Elkann, riflettono le volontà di Gianni e Marella Agnelli, sono sostenuti da tutta la famiglia e non potranno essere modificati da alcuna azione giudiziaria».

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