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la tragedia

Valanga killer, neanche la tecnologia li ha salvati. Lutto cittadino per le tre vittime

Pale, sonde, Artva e airbag: le tre vittime della valanga di Trasquera erano perfettamente attrezzate ma non è bastato

Valanga killer, neanche la tecnologia li ha salvati. Lutto cittadino per le tre vittime

Valanga killer, neanche la tecnologia li ha salvati. Lutto cittadino per le tre vittime

Si attende solo il via libera della procura per fissare le date dei funerali dei tre scialpinisti di Verbania uccisi domenica da una valanga a Trasquera. Nel frattempo, il sindaco Giandomenico Albertella e la giunta comunale hanno già annunciato che quel giorno sarà proclamato il lutto cittadino.

Ieri mattina è stato effettuato l’esame medico legale sulle salme di Matteo Auguardo, Gaudenzio Bonini e Matteo Lomazzi che si trovano nell’obitorio dell’ospedale Castelli di Verbania. Le indagini sulla tragedia sono state affidate al pm Nicola Mezzina che ha delegato il soccorso alpino della Guardia di finanza a raccogliere le testimonianze dei due superstiti, Lorenzo Locarni, 32 anni, insegnante, e Renato Rossi di 63 anni, architetto, entrambi di Verbania, usciti miracolosamente indenni dalla valanga che ha tolto la vita ai loro amici. Nel frattempo, il pm ha disposto anche alcuni accertamenti tecnici - d’ufficio in casi del genere - tra cui un nuovo sorvolo sulla zona per escludere il passaggio di precedenti escursionisti.

Quello che pare essere già sicuro, è che i tre scialpinisti erano tutti molto esperti e perfettamente attrezzati. Tutto il gruppo era dotato di Artva (segnalano la propria posizione in caso di valanga), pale, sonde e anche di airbag negli zaini. Attrezzatura che ha permesso ai superstiti e ai primi soccorritori di individuare subito i tre sfortunati scialpinisti, che sono stati estratti dalla neve nel giro di pochissimi minuti, prima ancora dell’arrivo sul posto del soccorso alpino. Purtroppo però non sono stati sufficienti a salvargli la vita: non sono infatti morti soffocati dalla neve ma sono stati uccisi da traumi e fratture riportate nel trascinamento a valle. Anche l’immediato tentativo di rianimazione, effettuato dai due superstiti e da due altri scialpinisti francesi che si trovavano in zona, si è purtroppo rivelato inutile.

Secondo quanto finora ricostruito, il gruppo stava salendo con i ramponi verso la vetta a quota 2856 metri ma il distacco si è verificato prima, attorno ai 2500 metri. I corpi sono stati trascinati a valle per circa 500 metri e rinvenuti attorno a quota 2000.

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