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Il caso

«Lei era tornata a prendere delle cose»: così si è consumato il terzo femminicidio in un mese nel Torinese

Parla Laura Martini, figlia dell’assassino dell’ex compagna. I sindacati: «Fermiamo questa strage»

«Lei era tornata a prendere delle cose»: così si è consumato il terzo femminicidio in un mese nel Torinese

«Mio padre si arrabbiava molto facilmente ed era un po’ difficile da gestire come carattere. A quanto ho capito lei era andata via ma martedì era tornata a prendere delle cose». Parola di Elena Martini, figlia di Emilio, l’85enne di Rivoli che due giorni fa ha sparato alla sua ex compagna, Maria Porumbescu, 57 anni (per tutti Liliana). Un colpo al volto con uno dei fucili da caccia che l’anziano, macellaio in pensione, deteneva regolarmente: la donna di origine romena è morta sul colpo. Così come Martini, che subito dopo ha puntato il fucile contro di sé. E ha portato a termine il terzo femminicidio nel giro di un mese nel Torinese, in tutti i casi con poi il suicidio dell’assassino: «Dobbiamo fermare questa strage» tuonano i sindacati.

Il caso di Rivoli arriva poco dopo altri due casi simili: il 13 dicembre, a Castellamonte, il 71enne Bruno Bargetto, ha sparato alla moglie Mariangela Tiziana Milani, di un anno più giovane di lui. Poi ha voltato la pistola contro se stesso. E tre giorni dopo, il 16, Emanuele Tuninetti, 69 anni, ha ucciso la moglie Antonella Tarabra, 61, a colpi di rastrello. Poi si è tolto la vita.

«L’ennesimo femminicidio-suicidio dimostra, ancora una volta, che bisogna fare di più per fermare la strage di donne - scrivono in una nota Elena Ferro (Cgil Torino), Cristina Maccari (Cisl Torino Canavese) e Maria Teresa Cianciotta (Uil Torino) - Bisogna lavorare soprattutto sull’aspetto culturale, con uno sforzo straordinario e collettivo per fermare questa inaccettabile scia di sangue. È fondamentale costruire un coordinamento della Prefettura sul tema dei femminici, vera emergenza del Paese».

Intanto, sull’ultimo omicidio-suicidio, proseguono le indagini dei carabinieri della Compagnia di Rivoli (coordinati dal pubblico ministero Valentina Sellaroli). Le prime analisi, eseguite nell’appartamento di via Po 8, parlano di soli due colpi andati a segno. Il movente, dopo tanti anni di relazione e di litigi, sarebbe la separazione decisa a Capodanno: «C’erano già stati dei problemi tra di loro: si erano già lasciati precedentemente, poi erano ritornati insieme - ripercorre Elena Martini ai microfoni della trasmissione Pomeriggio Cinque, intervistata da Ilaria Dallepalle - Maria era una persona tranquilla, molto paziente. Io mi sono sempre trovata bene con lei. Invece papà si arrabbiava facilmente, aveva un carattere difficile da gestire».

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