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La storia
24 Gennaio 2025 - 08:00
«Volpe? Quando mi ha sparato, ha detto che dovevo smetterla di dar fastidio ai cani. Ma non ho idea di cosa stesse parlando».
È il ricordo che Stefano Milanese ha riportato ad amici e parenti dopo essersi ripreso dai colpi di pistola di Vera Schenone, l'84enne ex olimpionica di sci che lo ha quasi ucciso alle 14.30 del 3 gennaio (e sorella di Carlo, anche lui sciatore, appena scomparso a 92 anni).
Mercoledì sera, dopo quasi venti giorni, l'ingegnere 52enne è finalmente nella sua casa di strada Cantamerla, via che sale sulla collina da strada Torino, praticamente al confine fra Moncalieri e il capoluogo. Un pugno di case, divise da una stradina appena sufficiente per far passare un’auto: qui si affaccia un casolare dal fascino decadente, dove Schenone vive con il figlio e il marito (al civico 8). E dove, pochi passi più a valle, c’è Villa Calcino: è la villetta in ristrutturazione di strada Cantamerla 7 dove Milanese abita con la compagna.
La certezza di questa incredibile vicenda è che l’ex sciatrice, olimpionica a Cortina d’Ampezzo nel 1956, abbia percorso quelle poche decine di metri con in mano il revolver del marito. Il cancello di Villa Calcino era aperto a causa dei lavori, così l’84enne è arrivata fino alla porta di casa della villetta, ha bussato e si è trovata davanti il vicino. E ha esploso quattro colpi, di cui due andati a segno fra braccio e addome. Ai carabinieri della Compagnia di Moncalieri, che indagano sul tentato omicidio con il coordinamento del pubblico ministero Paolo Toso, la donna ha poi raccontato: «Io do da mangiare a una volpe che vive vicino a casa e al mio vicino non stava bene: le dava fastidio. Per questo gli ho sparato». Una ricostruzione che ora Milanese smentisce, visto che l'ex sciatrice avrebbe parlato di cani mentre faceva fuoco. Dettagli su cui stanno lavorando gli investigatori, che hanno fatto visita a Milanese durante il ricovero all'ospedale Santa Croce di Moncalieri, dov'era stato trasferito venerdì dopo le dimissioni dalle Molinette (invece lei, dopo la convalida dell'arresto, è finita ai domiciliari in una Rsa).
Ora Milanese è finalmente tornato a casa e, oltre a riferire la sua versione su quanto successo, ha potuto ringraziare tutti attraverso un post Facebook: «Volevo ringraziare tutti per i calorosi messaggi di vicinanza in questo che rappresenta senza dubbio il momento più difficile della mia vita. Un ringraziamento particolare a chi mi ha tenuto ancora un po’ da questa parte della barricata, cosa tutt’altro che scontata. Dai primi soccorsi celeri e professionali, ai primi rilievi dei carabinieri, ai dottori ed equipe dell’Ospedale Molinette di Torino e quelli dell’Ospedale Santa Croce di Moncalieri. Ora inizia una lunga fase di recupero e riflessione. Voglio continuare a confidare nella giustizia e nelle persone di cuore e di valore».
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