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La scoperta
28 Marzo 2025 - 10:45
Una scena della serie americana "Breaking Bad" (Fonte wallpapercave.com)Fonte
Sembrava la trama di una serie televisiva, invece era tutto reale. Nel quartiere Sant’Antonio, la polizia ha scoperto uno dei più grandi e sofisticati laboratori artigianali di stupefacenti mai individuati in Europa. A gestirlo, un ragazzo di 22 anni, studente universitario con una spiccata passione per la chimica, trasformata in un inquietante talento al servizio del narcotraffico.
La scoperta è il frutto di mesi di indagini da parte della squadra mobile, sezione narcotici. Gli agenti hanno seguito i movimenti del giovane con attenzione chirurgica, insospettiti da un dettaglio rivelatore: più volte al giorno, il ragazzo apriva le finestre per arieggiare i locali. L’aria, carica del pungente odore della metanfetamina in cottura, ha fatto il resto.
Quando gli investigatori hanno fatto irruzione, si sono trovati davanti a un vero e proprio laboratorio clandestino, diviso in due piani. Al piano terra, in una stanza rischiarata da una fioca luce rossa, un impianto da distillazione complesso: matracci, beute, burette in vetro borosilicato – attrezzatura professionale degna di un laboratorio scientifico – utilizzati per cucinare droghe sintetiche a temperature elevate. Attorno, una distesa di precursori chimici proibiti, acquistabili solo sul dark web o tramite canali illegali.
Salendo in mansarda, la seconda sorpresa: l’area destinata alla miscelazione e alla preparazione dei composti era attrezzata come un’officina della droga. Dosi già pronte per essere immesse sul mercato, in un mix letale e variegato.
Nel catalogo delle sostanze prodotte dal “chimico” novarese figurano metanfetamina, MDMA, DMT, DOM e DOB. Non mancavano i cosiddetti “francobolli allucinogeni”: minuscoli fogli imbevuti di LSD e DOM, pensati per lo spaccio e il consumo sublinguale.
L’operazione ha visto la collaborazione del gabinetto interregionale di polizia scientifica – laboratorio di chimica forense per Piemonte e Valle d’Aosta – e della polizia scientifica locale. Un intervento congiunto che ha permesso di smantellare una vera fabbrica della droga nascosta tra le mura di un’abitazione apparentemente comune.
Il giovane è stato arrestato. Dietro una carriera universitaria si celava un’organizzazione pericolosamente professionale. E Novara, per un giorno, è sembrata Albuquerque.
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