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Catastrofe naturale
15 Aprile 2025 - 18:37
Una densa nube di polvere ha avvolto le regioni meridionali dell’Iraq lunedì 14 aprile, provocando oltre 3.700 casi di soffocamento e paralizzando aeroporti, ospedali e trasporti. La violenta tempesta di sabbia, una delle più forti registrate negli ultimi mesi, ha colpito in particolare le province di Bassora, Najaf e Diwaniyah, costringendo le autorità a prendere misure d’emergenza.
La provincia di Bassora è stata la più colpita, con almeno 749 ricoveri per problemi respiratori acuti, seguita da Diwaniyah (350 casi) e Najaf (oltre 250). Secondo le autorità sanitarie locali, gli ospedali stanno ricevendo un flusso continuo di pazienti, in molti casi bisognosi di ossigeno o trattamenti urgenti per l’asma e altre patologie respiratorie. “La situazione è critica”, ha dichiarato un portavoce della direzione sanitaria di Bassora, “i casi stanno aumentando di ora in ora”. Gli aeroporti locali sono stati costretti a sospendere temporaneamente i voli, a causa della visibilità ridotta ai minimi termini.
Secondo i dati del Ministero dell’Ambiente iracheno, il Paese ha registrato in media 272 giorni di tempeste di sabbia all’anno negli ultimi vent’anni. Una cifra destinata a salire a 300 entro il 2050, se non verranno adottate contromisure urgenti.
Il progressivo prosciugamento dei fiumi Tigri ed Eufrate, causato anche dalla costruzione di dighe nei Paesi vicini, sta aggravando il degrado ambientale in vaste zone del territorio iracheno. Le Nazioni Unite hanno più volte lanciato l’allarme, invitando le autorità regionali e internazionali a collaborare per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e prevenire catastrofi ambientali sempre più frequenti. Nel frattempo, le autorità sanitarie locali hanno invitato la popolazione a restare al chiuso, indossare mascherine protettive e rivolgersi subito ai centri medici in caso di difficoltà respiratorie.
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