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La sferzata

Maltempo, l'accusa di sindaci e geologi: «Ora meno chiacchiere e più fatti»

Il presidente dell'Ordine all'attacco dopo l'alluvione in Piemonte. E chiedono risposte anche i paesi coperti di fango

Maltempo, l'accusa di sindaci e geologi: «Ora meno chiacchiere e più fatti»

«Meno chiacchiere e lacrime dopo gli eventi alluvionali, ma più fatti concreti per evitare che si ripetano». Non usa mezzi termini Ugo De la Pierre, presidente dell’Ordine dei Geologi del Piemonte, nel commentare i danni del maltempo di questi giorni: «Bisogna attuare la nuova delibera regionale sulla componente geologica degli studi di Piano Regolatore, incentivando gli incarichi a livello comunale: ce n’è bisogno come mai prima. Il Piemonte è all’avanguardia, non facciamoci distrarre».

Il presidente dei geologi sferza così la politica nazionale e regionale chiedendo di velocizzare le procedure e aumentare i finanziamenti nell’ambito dell’assetto idrogeologico. Ma chiede anche di aumentare il numero di geologi impiegati negli enti pubblici: «Così il territorio sarebbe maggiormente presidiato e, in caso di dissesto, i professionisti possono intervenire rapidamente di concerto con la Protezione civile». Tutti questi accorgimenti servono soprattutto per i Comuni piccoli e medi: «Spesso sono abbandonati, come dimostra il caso di Monteu da Po - sottolinea De la Pierre - Solo gli enti locali sanno quale siano davvero le priorità di intervento». E bisogna vigilare sull’applicazione delle norme geologiche, come sottolinea ancora il presidente dell’Ordine: «Il geologo deve obbligatoriamente diventare direttore dei lavori e collaudatore delle opere geologiche, per i committenti pubblici e privati».

Anche il sindaco di Cavagnolo, Andrea Gavazza, chiede agli enti superiori di non dover più dedicare una sua palestra per emergenze del genere (ora lì sono ospitate 40 persone rimaste senza casa): «In queste ore c’è l’anima più bella a spazzare i nostri paesi, con i volontari, le associazioni e gli angeli del fango. E intanto noi ospitiamo queste famiglie fino a quando non potranno rientrare nelle loro case: siamo in pista e poco alla volta ci rialzeremo. Ovviamente servirà l’aiuto di tutti».

Cosa chiedete a Stato, Regione e Città metropolitana? «Abbiamo un territorio ferito e a momenti non riusciamo neanche a contare i danni. Ma dobbiamo farlo perché ci sarà da lavorare sodo. Sono già in corso i primi interventi di somma urgenza per ripristinare la viabilità ordinaria. Poi c’è tutto il resto: servono lavori strutturali perché abbiamo delle frane che stanno compromettendo il territorio».

Gli abitanti dei paesi della zona, colpiti da quest’alluvione, chiedono soprattutto sicurezza e un’attività di prevenzione per evitare altri disastri di questo tipo: «Senza dubbio - risponde il sindaco Gavazza, che cita ad esempio i danni avvenuto nella zona dei palazzi popolari al confine con Brusasco, dove il fango ha danneggiato negozi, strade e garage - Denunciavamo da anni i problemi di quella zona e di quel torrente, che non era mai diventato un fiume in piena come l’altro giorno. Ora ci aspettiamo che le istituzioni ci diano della soluzioni per rispondere alle esigenze di case e di sicurezza».

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