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21 Aprile 2025 - 22:10
La comunità di Portacomaro piange la scomparsa di Papa Francesco
Nella piccola Portacomaro le campane suonano a morto e le bandiere del municipio in piazza Roggero sono a mezz’asta. La gente in giro è poca, i negozi sono chiusi, i bar anche, fa eccezione il ristorantino che serve agnolotti accompagnati dal Grignolino. E’ Pasquetta anche nel minuscolo comune dell’Astigiano, ma è una Pasquetta di lutto. Appena svegli, gli abitanti hanno infatti appreso della morte di Papa Francesco. Jorge Mario Bergoglio, che in paese le persone chiamavano semplicemente “Giorgio”.
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«Non me l’aspettavo, avevo visto il Santo Padre in tv a Pasqua e mai avrei pensato che potesse morire così presto», rivela Alessandro Balliano, il sindaco del paesino sulle colline astigiane (1900 abitanti scarsi) in cui affonda le radici la famiglia di Francesco. A Portacomaro “Giorgio” è ovunque: ci sono manifesti sui muri, un quadro nella chiesa di San Bartolomeo, il santo patrono, e poi ancora le fotografie nei negozi. «Era un Papa che aveva la santità nel cuore», prosegue il primo cittadino. «Quando nel 2022 è venuto a Portacomaro per i 90 anni della cugina Carla, ho avuto l’onore di conoscerlo quando si è recato nella casa di riposo, perché dopo il pranzo con la cugina era andato a trovare gli ospiti della struttura».

Anche in quell’occasione, Francesco non aveva perso il suo lato ironico. «Ricordo che si era avvicinato agli anziani e aveva detto: “Guardate, anche io sono in carrozzina, come molti di voi”. Era un Papa - conclude il sindaco - che metteva a proprio agio chiunque». Anche i non credenti, come Pietra Selva, che lavora nel teatro: «Era un Papa che parlava a tutti: poveri, migranti. E che si è battuto per le donne all’interno della Chiesa. Una Chiesa di cui non ha mai rappresentato la potenza, bensì l’umiltà. Pur non essendo credente, ho percepito questo aspetto di Papa Bergoglio». La pensa allo stesso modo Vilma Gabri, insegnante in pensione: «Bergoglio è stato un Papa dalla parte degli ultimi, un Pontefice che viveva in maniera semplice, umile. E ha dato speranza al mondo intero, una speranza che oggi nessuno, nella politica, riesce a dare».

In piazza Roggero, a fianco della parrocchia e di fronte al municipio, c’è la “Casa dell’artista”. Vecchia cascina, è stata recuperata da Carlo Cerrato (giornalista, una vita passata in Rai) e sul balcone è stato affisso uno striscione “Francisco querido, Portacomaro esta contigo” (che tradotto significa: “Francesco caro, Portacomaro è con te”). La casa conserva all’interno un crocifisso in bronzo. Racconta Cerrato: «Una copia l’abbiamo data a Papa Francesco quando nel 2022 è venuto a Portacomaro. Quella conservata nella Casa dell’artista, invece, la porteremo nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, per ricordare per sempre Papa Bergoglio». Una chiesa, San Bartolomeo, dove campeggiano in più punti le immagini di Don Bosco, che era nativo della non lontana Castelnuovo.
«Papa Francesco l’ho incontrato in due occasioni», dice ancora Cerrato. «La prima quando è venuto a Portacomaro. “Com’è tornare alle origini?”, la mia domanda. Mi ha fatto il gesto del pollice in su. La seconda volta, a Roma, l’11 dicembre scorso, per dargli un libro durante una visita. La sua morte? sono scioccato, l’avevo appena visto in televisione e non pensavo che, da lì a poche ore, sarebbe morto».
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