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Inedito
26 Aprile 2025 - 07:30
il cardinale Furno e papa Francesco
Si erano conosciuti quando lui, il cardinale Carlo Furno, originario di Aglié in provincia di Torino, era arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Bergoglio era, invece, arcivescovo di Buenos Aires. Francesco si era recato, durante una visita “ad limina” in Vaticano, nel santuario per eccellenza della Madonna della Neve per recitare il Rosario. Da quel momento, tra Bergoglio e Furno, è nata un’amicizia che è proseguita anche durante il papato argentino, fino alla morte del cardinale Piemontese. Francesco era devoto alla Madonna, così come Furno che aveva deciso di essere seppellito nella basilica, a lato dell’altare di San Carlo, ad una decina di metri da dove oggi è stato predisposto il sepolcro del Papa. Parlando con alcuni compaesani che gli avevano fatto visita e che insistevano con tatto e delicatezza perché il cardinale scegliesse d’essere tumulato ad Aglié, nella chiesa di San Gaudenzio dove riposa il poeta crepuscolare Guido Gozzano, Furno disse: «Ho dedicato tutta la vita alla Chiesa, in Bolivia, Equador, in Brasile, a Gerusalemme, in Libano, a Roma, per cui ritengo di rimanere qui anche da morto, vicino alla Madonna. E poi, credo, che sarò in buona compagnia».
Li per lì, nessuno fece caso a quel «credo che sarò in buona compagnia». La spiegazione di quella frase la fornì qualche anno dopo il cardinale francese Jean-Louis Tauran, già segretario della Nunziatura in Libano quando Furno ne era Nunzio e rimasto sempre buon amico del porporato alladiese, da Tauran considerato una guida: «Eravamo a casa mia in Vaticano per una cena - raccontò il porporato francese -, il cardinal Furno e il sottoscritto. Verso la fine si palesò il Papa (era l’inizio del suo pontificato) che voleva parlare con me di alcune questioni di governo della Chiesa. Si sedette tra noi e, considerando che il cardinal Furno era stato arciprete della Basilica, cominciò a parlare di Santa Maria Maggiore e della sua devozione mariana. Furno rispose che aveva disposto d’essere sepolto lì, in quella chiesa e suggerì al Papa, sempre con molto tatto e garbo, che avrebbe potuto fare altrettanto. Poi aggiunse, con l’ironia che lo ha sempre distinto, e suscitando il sorriso del Pontefice, “almeno così ci faremo un po’ di compagnia”». L’incontro si concluse dopo poco e Francesco salutò, come ha riferito Tauran, con queste parole: «Per la questione di Santa Maria Maggiore ci penserò, ma ritengo che sia un’ottima idea». Da quel momento Francesco ha ancora incontrato Furno in un paio di occasioni, ma non ci sono altre testimonianze dirette che possano riferire se i due abbiano parlato ancora dei sepolcri di Santa Maria Maggiore. L’ultimo incontro avvenne l’11 dicembra 2015, giorno del funerale nella basilica di San Pietro del cardinale e al quale il Papa volle partecipare benedicendo il feretro del porporato di Aglié.
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