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01 Maggio 2025 - 06:35
John Elkann
Andranno presto in pensione, tempo 7 - 8 anni, gli operai di Mirafiori, se non si interviene. L'allarme è dei sindacati torinesi metalmeccanici (Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcf), che chiedono una mano alla Città per smuovere anche il rinnovo del contratto collettivo nazionale dalla paralisi in cui versa da quasi sei mesi. E a mettere benzina sul fuoco la dichiarazione del sindacato Capi Fiat: «In effetti un piano poco oculato quello delle “buone uscite over 35”. I francesi vogliono fare i capi ma è colpa di alcune loro decisioni se abbiamo perso la fiducia dei consumatori».
La guerra fredda tra sindacati e Federmeccanica per la prima volta non si gioca sullo stesso terreno: perché agli 11 punti dei sindacati, i cui nodi fondamentali sono il +8,8% sulla paga base dei salari per contrastare l’inflazione e migliorare il potere d’acquisto e la riduzione del monte orario, Federmeccanica avrebbe risposto con una sua contro piattaforma. «Un documento alternativo che esclude l’adeguamento di salario e non può portare ad alcuna soluzione», spiega Luigi Paone, segretario generale Uilm Torino. «Rivendichiamo una trattativa, che adesso non c’è, per questo chiediamo aiuto alle istituzioni», aggiunge Rocco Cutrì, segretario Fim Cisl Torino.
Dito puntato contro la posizione della federazione: «Oltranzista. Bisogna raggiungere un equilibrio, altrimenti lo scontro sarà inevitabile e si scenderà in piazza», dichiara Edi Lazzi, segretario Fiom Cigl Torino, - post 32esima ora di sciopero - a cui dà manforte anche Uglm Torino.
All’indomani dei dati sul fiacco primo trimestre di Stellantis, di un 2024 con numeri mai così bassi dal 1956 e di primo maggio, forse la discussione in Sala Orologio di ieri pomeriggio, che porterà presto a un odg in consiglio, assume ancora più rilevanza. Anche perché il rinnovo riguarda più di due milioni di lavoratori.
E a Torino senza l'indotto di Mirafiori si teme si fermi tutto. «Il minimo sindacale 200mila vetture l’anno (nell’ultimo trimestre solo 9.860 unità, ndr) e senza nuovi innesti tra 7 - 8 anni si andrà tutti in pensione. L’età media supera i 55 anni», sostiene Lazzi. «In effetti poco oculato il piano “buone uscite over 35”», ammette il responsabile territoriale Aqcf Fabrizio Amante, che però dà la colpa ai francesi: «Vogliono comandare ma poi le conseguenze dei loro “disastri” dobbiamo gestirle insieme». Mentre Fismic, punta l’attenzione sulle carrozziere: «Un’enorme cattedrale vuota che dal lancio della 500 ibrida - a settembre - non avrà beneficio», così la segretaria Lida Mannucci.
«Chiara l’importanza strategica dell’automotive e il bisogno di avere salari adeguati per rimettere in circolo il sistema economico», risponde la vicesindaca Michela Favaro. Ma il documento rimarrà generico: nessuna menzione a Stellantis.
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